Finalmente il libro che mancava. Sulla strage di Ustica è stato scritto abbastanza. Eppure le ricostruzioni giornalistiche ci avevano un po’ tediato nella loro linearità e a volte nella loro stucchevole semplificazione. Oggi invece, a un quarto di secolo di distanza, arriva quello che si può considerare il libro definitivo.
A scriverlo è un tecnico, un esperto, Luigi Di Stefano, perito consulente nell’inchiesta sulla strage del 1980 per la parte civile che ha rappresentato l’Itavia, la società proprietaria dell’aereo, che venne sciolta perché il Dc9 - sulla base di un ben identificato depistaggio - sarebbe stato una sorta di “carretta del cielo” la cui struttura avrebbe collassato da sola, in quella sera del 27 giugno. 
E’ un libro bello e non difficile, anche se la materia che De Stefano affronta è seria e complessa. Fondato su un lavoro meticoloso di ricostruzione, Il buco riesce a far combaciare tutti i dati disponibili con un rigore che dà straordinaria evidenza ad una conclusione: i fori di entrata di due missili che colpirono il l’aereo - assassinando 81 persone - sono lì, clamorosi ed evidenti.
Le ultime acquisizioni sul significato delle sigle di tracciati radar ritenuti inpiegabili, analizzati da Di Stefano (e corredati da disegni e foto) ci dicono inequivocabilmente che l’aereo di Ustica è finito in uno scenario di guerra elettronica. Uno scenario sempre negato dall’Aeronautica italiana che, grazie alla fellonia di alcuni suoi alti esponenti, ha inito per diventare l’82/ma vittima della strage.

Luigi Di Stefano

IL BUCO. Scenari di guerra nel cielo di Ustica

Vallecchi - 166 pagine, 13 euro

Inutile continuare a nascondecelo. Non tutto, di quanto avvenne, l’11 settembre 2001 in America convince. Non tutto è chiaro. E l’ombra del sospetto continua a nutrire non solo i complottisti ad oltranza, non solo i dietrologi di professione, ma anche il cittadino comune.
Questo libro scritto da David Ray Griffin, insospettabile professore inglese di filosofia della religione alla Claremont School of Theology, ha il grande merito dell’obiettività storica.
Griffin parte da una domanda semplice, semplice: che cosa accadde davvero l11 settembre 2001? Come mai, proprio quel giorno, le sofisticatissime misure di sicurezza del paese più difeso al mondo saltarono?
Griffin, certamente non un polemista, né un militante pacifista ed antiamericano, ma un serio docente, dà risposte allamanti: i danni riportati dal Pentagono corripondono a quelli provocati da un oggetto più piccolo di un Boeing 757, come un missile guidato; il segretario alla Difesa Rumsfeld ricevette in anticipo informazioni sugli attacchi alle due torri; la versione secondo cui i caccia mandati ad intercettare gli aerei bomba arrivarono troppo tardi fu inventata di sana pianta alcuni giorni dopo l’11 settembre.
Chi vuole seriamente sapere la verità sull’attacco terroristico che ha cambiato il mondo deve assolutamete leggere questo libro. 

David Ray Griffin

11 SETTEMBRE. Cosa c’è di vero nelle “teorie del complotto”

Fazi editore - 152 pagine, 11 euro

In epoca di incalzante revisionismo si può sdoganare anche la CIA, la potente agenzia segreta americana.
In questo L’Italia vista dalla CIA, due giornalisti, Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari sembrano voler tentare l’impossibile. Spiegarci quanto, negli ultimi quai 50 anni, sia stata bella, buona e pulita la superagenzia di spionaggio americano.
La CIA come una centrale di loschi affari, traffico di armi e droga, ingerenza negli affari interni di altri Paesi, finanziamento di golpe reazionari in mezzo mondo? Ma che cosa pensate mai, sembrano dirci i due autori. Niente di più falso: quella è un’immagine costruita dalla propaganda, dalle leggende metropolitane e rilanciata dal cinema, ma destituita di qualsiasi fondamento.
Per Mastrolilli e Molinari la storia del rapporto fra l’intelligence americana e l’Italia è stata sempre priva di zone d’ombra. Insomma un collegio di educande che non si è mai messo di traverso ai progetti politici italiani, ma anzi ha aiutato la nostra democrazia sottosviluppata a crescere.
L’Italia un paese a sovranità limitata? Ma andiamo, creduloni, la Cia ha sempre aiutato l’Italia
La storia che Mastrolilli e Molinari ci raccontano è una storia demenziale. Preconcetta e condita da falsi stereotipi. I partiti italiani? Piccoli e incapaci. La logica statunitense? Amorevole e preoccupata per noi tutti.
Se volete farvi quattro risate, questo è il libro più comico dell’anno.

Paolo Mastrolilli e Maurizio Molinari

L’ITALIA VISTA DALLA CIA (1948 - 2004)

Laterza - 388 pagine, 18 euro

Il nemico del nemico è mio amico”. Sembra uno scioglilingua, ma è la logica che da sempre impera all’interno dei rapporti internazionali.
In tempi recenti è questo l’assioma che è all’origine dell’aggressività della jihad islamica, per anni ed anni nutrita, alimentata e cresciuta all’ombra della stupidità americana.
Questo libro, scritto da un giornalista di grande livello come George Crile, è un vero e proprio libro di storia, frutto di una ricerca lunga e solitaria che in più occasioni si è scontrata con l’impenetrabilità del segreto di Stato. E’ la storia di un oscuro deputato repubblicano del texas, Charlie Wilson, che dal suo seggio della commisione per gli stanziamenti militari fece in modo che gli Stati Uniti finissero con il finanziare la più spaventosa macchina da guerra terroristica antiamericana: l’estremismo fondamentalista islamico.
Tutto comincia nel 1979 quando l’Unione sovietica invade l’Afghanistam, ultimo  atto della guerra fredda. Sull’onda della preocupazione che percorre la Casa bianca, il deputato Wilson opera in modo che i contributi della CIA alla guerriglia islamica, che gli americani credevano di poter usare in funzione anti-URSS, passino, in tempi brevissimi, da 5 a 750 milioni di dollari. Ed è ancora grazie a Wlson che, attraverso i buoni uffici del Paksitan, tonnellate di armi e munizioni giungono a dorso di mulo a quello che in breve diventerà il regime dei Talebani.
Nègli Stati Uniti, né il deputato Wilson potevano immaginare che in quel momento stavano armando e foraggiando il loro futuro nemico, costruendo il disastro rappresentato oggi dal terrorismo internazionale. Non sempre, quindi, “il nemico del mio nemico è mio amico”.

George Crile

IL NEMICO DEL MIO NEMICO. Afghanistan 1979-1989. La gurra segreta del deputato Wilson

Il Saggiaore - 518 pagine, 22 euro

Che cosa è un mass murder? Francesco Bruno, criminologo che non ha bisogno di presentazioni, con la collaborazione con Marco Minicangeli, riponde così: “Un uomo sale sul tetto dell’edificio, imbraccia un fucile e inzia a sparare a caso tra la folla”.
Fenomeno che interessa, soprattutto, le società industrializzate, il mass murder resta a tutt’oggi un fenomeno ancora non del tutto spiegato. In Italia, ci spiegano gli autori, questo tipo di crimine è ancora relegato tra le mura domestiche, tanto che da noi si può parlare soprattutto di family mass murder dove l’assassino decide non di sterminare a caso, ma di eliminare i suoi cari, la sua famiglia, coloro che vivono accanto a lui.
Il libro approfondice le storie delle maggiori stragi familiari italiane, cercando di dare una risposta alla domanda: dove stanno andando la famiglia “nucleare” e la società italiana del terzo millennio?

24 storie clamorose: da Doretta Graneris a Ludwig, dalla banda della Uno bianca a Ferdinando Carretta, da Pietro Maso ad Erika e Omar, fino a Domenico Materazzo che lo scorso anno decide di prendere la pistola e sparare perché disturbato dal volume di un televsiroe troppo alto.

Francesco Bruno e Marco Minicangeli

AMMAZZO TUTTI. I mass murders italiani: da Doretta Graneris a Erika e Omar

Stampa alternativa - 188 pagine, 10 euro

Una lunga cavalcata lungo le sterminate praterie della cronaca nera è quella che ci propone un cultore della materia e studioso attento come Massimo Polidoro. Cronaca nera è un vero e proprio saggio su otto gialli che, oltre ad appassionare generazioni diverse di lettori, hanno contrassegnato l’Italia criminale attraverso un arco di tempo che va dagli anni Venti del secolo scorso agli esordi del terzo millenio.
Si comincia con uno dei più clamorosi errori giudiziari (voluti, anzi costruiti a tavolino) che la storia giudiziaria italiana ricordi: la storia del mostro di Roma o meglio del povero Girolimoni (celebre un film di Damiano Damiani con Nino Manfredi nei panni del mostro per forza). E si finisce con un caso ancora processualmente aperto: il delitto del piccolo Samuele, il delitto di Cogne.
In mezzo casi di cronaca nera allucinanti, come quello che ha visto come protagonista - a cavallo della seconda guerra mondiale - la saponificatrice di Correggio, fino a delitti, ancora senza colpevoli, nonostante condanne passato in giudicato, del mostro di Firenze.
Il merito di Polidoro è quello di presentare i fatti, tutti i fatti, nella loro interezza, senza pregiudizi o tesi appiattite su quelle dei pubblici ministeri.

Polidoro racconta, al lettore l’onere di farsi una convinzione.

Massimo Polidoro

CRONACA NERA. Indagine sui delitti che hanno sconvolto l’Italia

Piemme - 431 pagine, 17.90 euro

26 delitti - avvenuti in un arco di tempo che va dal 1902 ai giorni nostri - che hanno in comune un’unica cosa: sono avvenuti tutti nei mesi estivi. E la domanda allora è: in estate si uccide di più? Oppure è l’attenzione dell’opinione pubblca che, sotto l’ombrellone o in vacanza in montagna, è più attratta dai bagliori del giallo?
La risposta cerca di darla un giornalista di lunga esperienza, già cronista di vaglia e poi direttore di un quotidiano glorioso come Il Giorno, ormai ombra di se stesso. E’ Enzo Catania che in questo libro racconta storie nere (o gialle) note e meno note. Qualche espisodio di cronaca nera? il delitto Murri (1902), il delitto di villa d’Este (1948), la decapitata di Castelgandolfo (1955), la mantide di Cairo Montenotte (1987), Il delitto del catamarano (1988), la Circe della Versilia (1989) fino ai delitti feroci delle cosidette Bestie di Satana, una banda di drogati tra le cui file, però, il demonio non ha mai neppure fatto capolino.
Storie che Enzo Catania racconta con la sua solita maestria. Stile diretto, cronaca tagliente, piglio da vecchio cronista.

Enzo Catania

I DELITTI DELL’ESTATE

Utet - 226 pagine, 19 euro

Un piccolo libro prezioso ed avvincente. Una sorta di lungo percorso criminale in una delle più belle città del mondo, forse la più bella in assoluto.
14 secoli di cronaca nera a Venezia. 21 sorie noir raccontate e ricostruite, con pazienza certosina, da Claudio Dell’Orso, veneziano doc, esperto di letteratura, fumetto e cinema dark, ma soprattutto grande amante della sua città e che da nni si occupa della cronaca più segreta e misteriosa della sua città.
In questo Nero veneziano, Dell’Orso ci conduce per mano in un labirinto di calli, sottoporteghi e campielli per mostrarci un caleidoscopio di figure bizzarre, a volte morbose, sempre criminali.
Stiamo parlando di un libro raffinato, molto curato nella sua veste grafica, arricchito da splendide foto (naturalmente in bianco e nero) curate da Vito Vecellio, fotografo autodidatta, capace di dare un’anima intensa a degli scatti semplici e per nulla costruiti.
Le 21 storie criminali veneziane cominciano nel XV secolo per giungere fino a giorni nostri. Godibilissima è la storia della maledizione di Ca’ Dario che fu dimora anche di Raul Gardini, altra morte di per sé misteriosa anche se archiviata come suicidio. Tocco finale il dramma di un serial killer come Roberto Succo, un assassino criminalmente bello, come l’autore intitola la sua storia.

Claudio Dell’Orso

NERO VENEZIANO. Crimini ed efferatezze in 21 casi degni di nota

Elzeviro - 206 pagine, 15 euro

Falco Accame è una delle persone più colte, attente ed impegnate che da anni si occupino dei Misteri d’Italia. Uomo di mare, militare, poi deputato socialista e presidente della commissione Difesa della Camera, Accame ha speso la sua vita in un impegno civile finalizzato alla ricerca della verità.
In questa lunga intervista rilasciata a Marilina Veca, Accame risponde a 96 quesiti che riguardano il caso Moro, riuscendo a dipanare un filo d’Arianna sottile, a volte persino impercettibile, che al suo capo ha tutte le distorsioni di uno Stato impigliato nei giochi sporchi dei servizi segreti.
E ancora una volta dalle risposte accurate di Accame emerge l’ombra minacciosa, e a tutt’oggi misteriosa, di quella struttura composta da civili e militari, denominata Gladio. Un interrogativo, quello rappresentato da Gladio, a cui la magistratura ha dato solo risposte molto frettolose, forse finalizzate a chiudere per sempre questa organizzazione, tutt’altro che limpida nell’armadio del passato e gettarne la chiave.
Eppure - dice Accame - Gladio sapeva che Moro sarebbe stato rapito addirittura una decina di giorni prima che il sequestro Moro avvenisse davvero, in via Fani, in una grigia mattina di marzo.
Ancora una volta il caso Moro si ripropone come il crocevia dei misteri d’Italia: Gladio, i servizi segreti, le Brigate rosse, gli uomini dello Stato che facevano il doppio gioco.

Falco Accame

MORO SI POTEVA SALVARE. 96 quesiti irrisolti sul caso Moro

Massari editore - 96 pagine, 5 euro

Resterà negli annali della storia come esempio di uno dei più grandi depistaggi mediatici.
Quando il 10 aprile 1991 il traghetto Moby Prince, appena salpato dal porto di Livorno, entra in collisione con una petroliera, provocando la morte tra le fiamme di 140 persone, lo sbarramento di fuoco informativo è immediato: solo una disgrazia, perché una fitta nebbia era scesa su quel tratto di mare. O meglio, forse no, forse l’equipaggio era distratto da una partita trasmessa dalla tv…
Niente di più falso. Niente di più depistante. Tutte notizie create ad arte per nascondere un disastro, una vera tragedia, che qualcuno, molto argutamente, ha voluto chiamare “Ustica del mare”, per sottolineare come foschi scenari internazionali, con al centro l’arroganza americana, emergano dietro il rogo della Moby Prince.

Enrico Fedrighini, con questo libro, mostra quanto sia viva da noi quella forma di giornalismo d’inchiesta che, forse da sola, riesce ancora a nobilitare una professione quasi morente. Un inchiesta giornalistica che ha il sapore del legal thriller.

Enrico Fedrighini

MOBY PRINCE, un caso ancora aperto

Presentazione di Giovanni Minoli

Paoline editoriale libri – 364 pagine, 13 euro

La storia della più potente organizzazione criminale italiana alla luce di una rilettura fondamentale: quella che, senza isolare il fenomeno puramente sanguinario, è capace di legare le complicità, di cui il fenomeno stesso ha saputo giovari, quelle con la massoneria ed il potere di alcuni corpi dello Stato.
Contrariamente a quanto si crede, ci spiega l’autore, Mario Guarino, la più potente organizzazione criminale italiana non è Cosa nostra, ma la ‘Ndrangheta calabrese.
Il libro comincia là dove deve cominciare: i segreti dell’affiliazione per finire là dove non avremmo mai voluto finisse. Le collusioni con i rappresentanti delle istituzioni, i servizi segreti, gli uomini incappucciati di rito massonico coperto, le ramificazioni odierne in altri Paesi.
Guarino ha il merito di smantellare uno dei tanti, astrusi, luoghi comuni che circondano le mafie italiane. E cioè che esse rappresentino una sorta di anti-Stato. No, anche la ‘Ndragheta non è anti-Stato, ma Stato alla stato puro.

Mario Guarino

POTERI SEGRETI E CRIMINALITA’. L’intreccio inconfessabile tra ‘Ndrangheta, massoneria e apparati dello Stato

Edizioni Dedalo - 246 pagine, 16 euro

Un libro testimonianza dall’interno di un’esperienza vissuta, ma, comunque, un libro difficile. Perché Vincenzo Guagliardo, militate delle Brigate rosse, non ha voluto scrivere un saggio sulla lotta armata in Italia, né una storia dell’organizzazione nella quale ha vissuto, né, tantomeno, un riassunto della sua militanza politica in armi, ma produrre una lunga, tormentata  ed articolata riflessione sul perché si impose in Italia, in settori limitati giovanili, l’esigenza di un’adesione ad un’eresia che, paradossalmente, si rivelò la difesa più strenua di una superortodossia.
In questo interessante Di sconfitta in sconfitta,una voce delle Br che non ha scelto la scorciatoia del “pentitismo”, o quella ancora più ambigua della “dissociazione”, arrivando perfno a rifiutare “singolarmente” i benefici offerti dalla legge Gozzini e dalla legislazione premiale degli anni Ottanate e Novanata, rifeltte su di sé, ma soprattutto sul rito di una scelta.
Guagliardo ci offre spunti di approfondimento e una chiave di lettura e di interpretazione della lotta amrata che non devono sfuggire agli studiosi del fenomeno del terrorismo italiano.

Vincenzo Guagliardo

DI SCONFITTA IN SCONFITTA. Considerazioni sull’esperienza brigatista alla luce di una critica del rito del capro espiatorio

prefazin

Cooperativa sociale Colibrì -128 pagine, 7 euro

Può essere richiesto a: colibri2000@libero.it

Lucia Visca, giornalista di razza, è stata tra i primi cronisti ad arrivare all’Idroscalo di Ostia, sul luogo del delitto di Pier Paolo Pasolini, in quella grigia mattina di 30 anni fa.
Allora era una giovane reporter all’inizio di quella che sarebbe stata una lunga carriera. Come tanti giovani della sua età (Lucia all’epoca aveva 22 anni) non poteva non amare uno come Pasolini la cui assenza, di spirito critico e controcorrente soprattutto, oggi ancora più di ieri, è pesante come un macigno. Ed è indubbio che quell’esperienza, toccante anche per il più incallito e cinico dei cronisti, l’abbia segnata.
Come se quell’esperienza, umana e professionale, fosse stata messa a riposare in un angolo ben custodito del suo cuore, ecco che, a più di un lustro di distanza, il ricordo di quanto accadde quella mattina è rimerso oggi in questo libro. Che ha trasformato Lucia in un testimone che mancava ad una storia che, nonostante le sentenze della magistratura (non ultima quella di non riaprire il caso adottata dalla procura di Roma) resta uno dei misteri più clamorosi della storia italiana.
In questo suo prezioso lavoro, Lucia Visca ci consegna, nel suo racconto, una serie di nitide fotografie che ricostruiscono la scena del crimine, di quello che fu fatto e che non venne fatto, ma anche degli errori e delle leggerezze commesse dagli investigatori. Di come il corpo dello scrittore, e regista, e intellettuale, venne spostato, inquinando, in qualche modo, il teatro del delitto e compromettendo così scenari possibili, ma ormai indimostrabili.
Chi ha ucciso Pasolini? Il dubbio, dentro di noi, resterà per sempre.

Lucia Visca

RAGAZZI DI NERA. Un cadavere di nome Pasolini

Prefazione di Gianni Borgna

Memori - 128 pagine, 16 euro

ibs

John K. Cooley ci aveva già regalato, prima ancora che esplodessero, in tutta la loro demenzialità, le teorie neocon del clan di Bush un libro indispensabile: Una guerra empia che gettava una luce sinistra, quanto agghiacciante, sui rapporti tra Bin Laden e la CIA. Scritto du anni prima dell’11 settembre quel libro si era rivelato tremendamente profetico.
Oggi Cooley, con questo L’alleanza contro Babilonia, torna sul tema per spiegarci, con dovizia di particolari, i retroscena dell’aggressione all’Iraq, di cui elemento fondamentale è l’alleanza creatasi tra USA e Israele.
Il punto di partenza è la Babilonia biblica. Quello di arrivo è il punto di svolta, tragicamente portatore di guerra e terrorismo, nelle relazioni tra Occidente e mondo arabo e la definitva alterazione dei rapporti in medioriente.
Per dirla come scrive in una recesnione John Pilger: “Cooley rompe il silenzio sul ruolo cruciale che ha avuto Israele nell’avventura imperiale in Iraq. Per dirla tutta: la coda a Tel Aviv ha spesso fatto dimenare il cane a Washington”.

John K. Cooley

L’ALLEANZA CONTRO BABILONIA. Usa, Israele e l’attacco all’Iraq

prefazin

ELEUTHERA - 320 pagine, 18 euro

Torna l’edizione 2005 di Censura, grande successo editoriale in Italianel 2005. Torna il racconto delle 25 notizie più censurate, realizzato da Peter Phillips con il Project censored, un autroevole gruppo di ricerca sui media che si propone di promuovere il ruolo del giornalismo indipendente in una società democrartica.
Ogni anno centiaia di studenti della Sonoma University californiana, assieme a giornalisti di fama e studiosi di prestigio lavorano al Project censored allo scopo di individuare e portare alla luce notizie delle quali non si sa quasi nulla perché celate o volutamente manipolate dai media. I risultati sono in questo libro.
Tra le notizie più censurate: la questione dell’uranio impoverito; lo sviluppo, da parte dgli USA, di nuovi virus letali, necessari ad una guerra batteriologica; la privatizzazione dell’industria irahena con la conseguente repressione di ogni forma di sindacalismo; la denuncia di una vedova nei confronti del governo americano per quanto accadde l’11 settembre; l’esportazione della censura mediatica in Iraq; la reintroduzione sotteranea in america della leva militare obbligatoria.

Peter Phillips e Project Censored

CENSURA 2005. Le 25 notizie più censurate

Nuovi Mondi Media - 336 pagine, 19 euro

Un libro scritto a cinque mani, per raccontarci il giorno più importante nella storia contemporanea della Spagna: l’11 marzo 2004. Il giorno del grande attacco del fondamentalismo islamico contro le stazioni di Madrid (198 morti e centinaia di feriti), ma anche il giorno della grande menzogna che è costata ad Azanar e al governo conservatore spagnolo la praticamente scontata vittoria elettorale. Questo libro ricostruisce con grande rigore i tre giorni che ingannarono il mondo con un’analisi puntuale e dettagliata delle forze in campo e delle loro posizioni: dal partito Popolare di Aznar, appunto, ai socialisti di Zapatero fino all’ETA, l’organizzazione basca che rischiò di finire in un tritacarne mediatico senza avere alcuna colpa nella strage di Madrid. Un grande libro inchiesta che svela il potere dei meccanismi mediatici che cercarono di imporre al mondo una delle più grandi menzogne della storia recente.

Angel Rekalde, Santiago Alba Rico, Rui Pereira, Giovanni Giacopuzzi e Jabier Salutregi

LA GRANDE MENZOGNA. Madrid, 11 marzo 2004

Datanews - 232 pagine, 12 euro

Questo libro, scritto da Gianfranco Ciriacono, giovane studioso di Ragusa, esula un po’ dagli interessi diretti di Misteri d’Italia che ha scelto di delimitare i suoi campi di intervento al dopoguerra italiano.
Le stragi dimenticate, infatti, si occupa di qualcosa che avvenne in Sicilia subito dopo lo sbarco degli alleati nel 1943: una serie di trucidi massacri compiuti dai soldati americani e che la storiografia ha completamente cancellato.
Oggi, a distanza di oltre 60 anni, è bene che la memoria registri anche quanto di allucinante ed empio i “bravi” militari venuti d’oltreoceano compirono nel risalire la penisola, nell’intento di liberare l’Italia dal giogo nazifascista.
Ciriacono, che per il suo lavoro ha consultato gli atti della corte marziale americana, concentra la sua attenzione su due avvenimenti: gli eccidi di Biscari e di Piano Stella, nei quali persero la vita semplici prigionieri di guerra, soldati ormai assolutamente inermi ed un gruppo di civili.
Sullo sfondo di queste due storie raccontate magistralmente, anche giovandosi di testimonianze orali, sta la disgregazione del facismo e delle sue strutture di potere che lasciò alla sbando migliaia di persone. Ma anche la ferocia di un esercito di liberatori in preda alla più spregevole delle barbarie.

Gianfranco Ciriacono

LE STRAGI DIMENTICATE. Gli eccidi americani di Biscari e Piano Stella

S.inP. – 128 pagine, 12 euro

Può essere richiesto a: gianfranco.ciriacono@tin.it

Un libro bello, asciutto, scritto con la freddezza del cronista di guerra e con lo stile che da sempre distingue Massimo Nava, giornalista del Corriere della sera, ora corrispondente da Parigi, ma prima ancora inviato, esperto di giudiziaria.
Il filo logico che sostiene questo viaggio nel mondo in fiamme, attanagliato dalle guerre, è semplice, quanto stimolanante: il crollo del muro di Berlino e la sparizione del blocco sovietico aveva alimentato una speranza rivelatasi falsa, la speranza di un mondo migliore. Da allora, invece, il mondo è caduto preda di un delirio bellico che, nel giro di una quindicina d’anni appena, ha provocato quattro guerre su larga scala (Kosovo, Afghanistan, due volte l’Iraq) e una serie infinita di massacri e stermini di popolazioni civili.
Con il suo Vittime, Nava, oltre a raccontarci una lunga serie di orrori di guerra, denuncia l’ipocrisia mediatica delle moderne democrazie, capaci di uccidere sempre la corretta informazione.
Il libro è corredato da quattro straordinai dossier fotografici di Livio Senegalesi.

Massimo Nava

VITTIME. Storie di guerra sul fronte della pace

Fotografie di Livio Senegalesi
Prefazione di Claudio Magris

Fazi editore - 336 pagine, 18 euro

Un’inchiesta, acuta e intrigante, sul retrobottega della finanza internazionale. Come definire altrimenti questo Soldi, scritto da Robert Denis con la collaborazione di Ernest Backes. E’ proprio Bakes, un insider, che fa da guida a Robert in questo viaggio dentro le più incofessabili alleanze di capitali istituzionali, virtualmente, solo virtualmente, “puliti”, con il malaffare internazionale: mafie, circuiti di riciclaggio, aree di ricatto e addirittura pagamento di riscatti.
Dalla crisi dell’Ambrosiano fino ai meandri della BCCI, da Roberto Calvi e la sua tragica fine fino agli ostaggi di Teheran e all’intricata mappa dei paradisi fiscali. Megatruffe, suicidi solo apparenti, truci omicidi, fallimenti bancari che diventano segreti di Stato.
Un libro da non perdere, ma leggendo il quale le nostre candide certezze rischiano di perdersi per sempre.

Denis Robert e Ernest Backes

SOLDI. Il libro nero della finanza internazionale

Nuovi Mondi media - 238 pagine, 16 euro

Un libro che metriterebbe di essere tradotto in italiano è quello scritto, in francese, da un giornalista libanese e che affronta un caso ormai divenuto di portata internazionale: l’assassinio dell’uomo politico libanese Rafic Hariri, saltato in aria, assieme agli uomini della sua scorta e ad alcuni accompagnatori, sul lungomare di Beirut, appena pochi mesi, il 14 febbraio 2005.
Liban: le Chaos, scritto da Bassam Tayara, è un vero istant book di grande attualità, anche perché poprio in questi giorni sta per concludersi l’inchiesta indipendente, voluta dall’ONU, sulla morte del potente uomo politico libanese, considerato il “Berlusconi del paese dei cedri”, molto amato in patria.
Hariri, nonostante sia politicamente cresciuto, fino a diventare primo ministro, all’ombra del potere siriano, secondo l’inchiesta dell’Onu sarebbe stato assassinato proprio dai servizi segreti siriani. Un vero e proprio autogol per Damasco, da sempre grande madre del piccolo Libano, costretta a ritirarsi dal Paese proprio sotto la spinta dell’indignazione politica e popolare creata a seguito dall’eliminazione di Hariri.
Tayara non è convinto che mandante della strage di San Valentino sia la Siria e disegna dietro l’assassinio di Hariri un complotto che sa molto dell’11 settembre americano. E punta il dito contro gli USA ed Israele. Fantapolitica?
Un libro, comunque, da leggere.

Bassam Tayara

LIBAN: LE CHAOS. Hariri assassiné. A’ qui profite le crime?

Albouraq - 206 pagine, 15 euro