Cos’è l’alessitimia, il disturbo diagnosticato ad Alessia Pifferi e Impagnatiello: tutto quello che c’è da sapere.
Negli ultimi mesi, i riflettori della cronaca giudiziaria italiana si sono concentrati su due casi che hanno scosso l’opinione pubblica: quello di Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per la morte della figlia di 18 mesi, e quello di Alessandro Impagnatiello, imputato per l’omicidio della compagna incinta di sette mesi.
Entrambi i casi hanno portato all’attenzione un termine poco noto al grande pubblico ma di grande rilevanza clinica: l’alessitimia. Ma che cos’è esattamente questo disturbo e quale ruolo ha avuto nelle vicende giudiziarie?
Alessitimia: tra sintomo e disturbo psicologico
Secondo il professor Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta presso la Fondazione Policlinico Gemelli, l’alessitimia non va considerata come un disturbo a sé stante, bensì come un sintomo che manifesta l’incapacità di riconoscere e vivere le proprie emozioni, così come di comprenderle negli altri. «La persona alessitimica è spesso definita come emotivamente “fredda”, quasi “congelata”», spiega Tonioni, «e rappresenta solo la punta di un iceberg psicologico più complesso».
Questa condizione può manifestarsi in diverse forme e intensità, coinvolgendo la capacità di provare emozioni autentiche e di esprimere sentimenti in modo consapevole. Le emozioni, infatti, sono una forma di comunicazione primaria, spesso vissuta a livello corporeo e non verbalizzata, mentre i sentimenti sono un’elaborazione più consapevole e articolata di queste emozioni. Nell’alessitimico, questo processo di consapevolezza e comunicazione emotiva è compromesso.
Le ragioni che portano a sviluppare l’alessitimia sono molteplici e spesso correlate a meccanismi di difesa psicologica come la dissociazione. «La dissociazione può essere una risposta naturale e temporanea a situazioni di stress o distrazione, come quando siamo completamente assorbiti da un’attività», osserva Tonioni. Tuttavia, quando questo stato diventa persistente, può degenerare in una condizione patologica che esclude non solo una parte della realtà ma anche le emozioni ad essa associate.

Cosa vuol dire soffrire di alessitimia – Misteriditalia.it
Questa dinamica spiega, per esempio, come in casi tragici come quello di genitori che dimenticano i figli in auto si possa riscontrare una forma di dissociazione che contribuisce all’alessitimia. Inoltre, la condizione può essere secondaria a patologie psichiatriche più gravi, come la depressione o la schizofrenia, o essere indotta dall’uso di sostanze stupefacenti come oppiacei ed eroina, che anestetizzano il sistema emotivo. Tonioni sottolinea che l’alessitimia non è legata a una mancanza di volontà nel provare emozioni: «Non è questione di scelta o di volontà, ma di una reale incapacità psicofisiologica».
Al contrario, può rappresentare una strategia di difesa per evitare il dolore di sentimenti troppo intensi o traumatici, aprendo però la porta a disturbi più gravi e a una ridotta consapevolezza della realtà circostante. Un punto cruciale evidenziato dallo psichiatra riguarda la differenza tra alessitimia e la compromissione della capacità di intendere e di volere. «L’alessitimia non implica necessariamente una perdita di queste capacità fondamentali», chiarisce Tonioni, «che sono invece correlate a disturbi psicopatologici più profondi».
Questo aspetto è particolarmente rilevante in ambito giudiziario, dove la valutazione della capacità di intendere e di volere può influenzare pesantemente l’esito dei processi. Nelle aule di tribunale, dunque, il termine alessitimia viene utilizzato per descrivere una condizione emotiva complessa, senza però attribuire automaticamente una riduzione della responsabilità penale. La sua presenza può tuttavia offrire un quadro interpretativo più completo dei comportamenti al centro dei reati contestati.
La riflessione dello specialista si conclude con un’osservazione che invita alla cautela nella comprensione del fenomeno: «Dire che una persona è alessitimica significa descrivere una condizione che può riguardare chiunque in determinati momenti della vita. In sostanza, l’alessitimia può essere intesa come una difesa psicologica contro emozioni che non siamo in grado di affrontare».
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