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Rubato e mai ritrovato: la verità nascosta sul Diamante Blu della Corona di Francia

diamante hopeRubato e mai ritrovato: la verità nascosta sul Diamante Blu della Corona di Francia - misteriditalia.it - credit instagram

Il Blu di Francia, rubato nel 1792, è all’origine del mistero che ancora circonda il Diamante Hope. Un viaggio tra storia, furti e miti.

Nella lunga vicenda dei tesori della Corona di Francia, nessun oggetto ha lasciato un’ombra tanto persistente quanto il Blu di Francia, il grande diamante blu scomparso durante il tumulto rivoluzionario del 1792. La sua storia non è solo quella di una pietra preziosa di eccezionale rarità, ma il racconto di un simbolo che attraversa secoli di vicende politiche, speculazioni commerciali, superstizioni popolari e passaggi di mano talvolta opachi. Il diamante Hope, oggi conservato allo Smithsonian Museum di Washington, è considerato il suo “erede”: ma cosa resta realmente dell’originale gemma della monarchia francese?

Un diamante Hope perduto che continua a brillare

Il diamante proveniva dalle miniere di Golconda, in India, acquistato nel 1688 dal mercante Jean-Baptiste Tavernier. Fu lui a portarlo in Europa, permettendo a Luigi XIV di trasformarlo in una delle pietre più celebri della collezione reale. Tagliato a forma di cuore, il Blu di Francia divenne parte integrante degli ornamenti utilizzati a corte, attraversando senza intoppi i regni di Luigi XIV e Luigi XV.

La Rivoluzione francese cambiò tutto. Con la caduta della monarchia, i gioielli della Corona vennero depositati nel Garde Meuble, il magazzino reale destinato alla custodia dei beni più preziosi. Nella notte dell’11 settembre 1792 un gruppo di ladri penetrò nell’edificio e trafugò numerosi gioielli. Tra questi, l’Ordine del Toson d’Oro e l’enigmatico Blu di Francia. Da quel momento, la pietra sparì per quasi vent’anni, alimentando teorie e ipotesi che ancora oggi non trovano risposte definitive.

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Un diamante Hope perduto che continua a brillare – misteriditalia.it – credit instagram

Quando nel 1812 un diamante blu di dimensioni ridotte riapparve a Londra, la pietra aveva già cambiato volto: tagliata in maniera diversa, molto più piccola dell’originale, sembrava l’esito di un lavoro pensato per cancellare ogni traccia del suo passato. Quel nuovo diamante, poi passato al collezionista Henry Philip Hope, avrebbe ricevuto il nome che l’ha reso celebre nel mondo: Hope Diamond.

Il suo percorso nell’Ottocento e nel Novecento è segnato da vendite, aste e crisi finanziarie che ne hanno scandito il passaggio tra diverse mani. In questo periodo nacquero e si consolidarono le leggende sulla sua presunta maledizione. Attribuite di volta in volta ai suoi proprietari, spesso colpiti da sventure familiari o destini difficili.

Il Blu di Francia, così come esisteva ai tempi della monarchia, non è mai stato recuperato. Gran parte degli studiosi concorda nel ritenere che il diamante Hope ne sia la parte superstite, modellata per sottrarre la gemma alla riconoscibilità e al rischio di sequestri.  Il diamante Hope è oggi conservato allo Smithsonian di Washington, custode di moderni sistemi di sicurezza e ammirato da migliaia di visitatori.

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