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Non te lo dice nessuno, ma ecco da dove arriva la frutta che compri al supermercato

Non te lo dice nessuno, ma ecco da dove arriva la frutta che compri al supermercatoDove arriva la frutta del supermercato? - misteriditalia.it

In un mercato dove l’offerta è ampia e la scelta spesso guidata da promozioni e convenienza, è fondamentale riscoprire il valore della qualità.

Nel panorama della grande distribuzione milanese, la provenienza della frutta proposta nei supermercati è un tema di crescente interesse per i consumatori sempre più attenti alla qualità e alla sostenibilità.

Un recente approfondimento condotto tra cinque catene – Esselunga Sottocasa, Coop, Aldi, Iper la grande I e Carrefour – ha rivelato importanti dettagli sull’origine della frutta, suddivisa in categorie che comprendono frutta esotica, di stagione e non di stagione.

Provenienza della frutta esotica: distanze e varietà

La frutta esotica mantiene una rilevante impronta internazionale. Ananas e papaya, per esempio, arrivano rispettivamente da Costa Rica e Brasile, a oltre 9.000 chilometri di distanza da Milano, confermando una logistica complessa e un forte impatto ambientale.

L’avocado, invece, proviene da quattro Paesi diversi: Messico, Perù, Cile e Sud Africa, con distanze che variano dai circa 9.700 chilometri del Messico ai 13.000 del Sud Africa. La banana, invece, mantiene una provenienza coerente dall’America Centrale e Sud America, con Paesi come la Repubblica Dominicana, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador e Perù.

Anche altre varietà esotiche si distinguono per la loro origine internazionale: il passion fruit arriva dal Messico, Perù e Brasile; il mango dalla Colombia e Cile in Sud America e dallo Zimbabwe in Africa; la noce di cocco dall’India e dalla Costa d’Avorio. Interessante notare che i kiwi, pur essendo una frutta esotica, arrivano in gran parte dall’Italia durante il periodo di raccolta, altrimenti dalla Nuova Zelanda.

Frutta di stagione e non di stagione: un bilancio tra importazioni e produzione locale

La presenza di frutta non di stagione è relativamente limitata nei supermercati analizzati. Ad esempio, all’Iper Portello sono state identificate solo otto referenze non di stagione su un totale di 38 prodotti. Questi frutti provengono da una miscela di paesi: meloni dal Brasile e Italia, more dal Messico e Spagna, fragole dal Belgio e Italia, mentre i ribes sono esclusivamente di provenienza italiana in tutte le catene.

Non te lo dice nessuno, ma ecco da dove arriva la frutta che compri al supermercato

I dati che non conosci – misteriditalia.it

La frutta di stagione rappresenta una quota significativa, intorno al 50% del totale, con una parte consistente di prodotti importati, soprattutto presso Esselunga e Iper, dove quasi metà dei frutti di stagione è proveniente dall’estero. In particolare, arance e clementine provengono principalmente da Spagna e Sud Africa; le pere da Argentina, Spagna, Belgio e Francia; i cachi dalla Spagna. Tuttavia, alcune varietà come mele, uva, melagrana e fichi d’India sono quasi esclusivamente italiane.

Aldi si distingue per la minore incidenza di prodotti importati, con solo un prodotto di stagione importato su nove. Anche Coop e Carrefour propongono una buona quota di frutta di stagione italiana, consolidando la presenza di prodotti nazionali come mele, uva, clementine e melagrana.

Assenza di avocado e mango italiani nei supermercati

Nonostante la recente espansione delle coltivazioni di avocado e mango nel Sud Italia, nessuno dei supermercati monitorati propone questi frutti con provenienza nazionale.

L’ultimo rapporto ISMEA del dicembre 2023 sottolinea che la coltivazione italiana rappresenta un’opportunità strategica, tenuto conto che una famiglia su quattro acquista almeno una volta l’anno avocado o mango.

Consumatori più consapevoli: l’importanza della scelta

L’attenzione del consumatore verso la frutta non dovrebbe limitarsi alla stagionalità, ma estendersi alla provenienza geografica, privilegiando prodotti locali o nazionali.

Questo comportamento può influire positivamente sulla tutela ambientale, sulla qualità organolettica e sulla valorizzazione del territorio. La normativa italiana assicura trasparenza sull’origine della frutta intera grazie all’obbligo di etichettatura, un elemento che facilita scelte più informate, sebbene non sia ancora obbligatoria per la frutta già confezionata e tagliata.

La percezione comune, ad esempio, tende ad associare automaticamente gli agrumi all’Italia, specialmente alla Sicilia, ma spesso questi frutti arrivano da Spagna o Argentina. L’educazione del consumatore può contribuire a modificare le dinamiche di approvvigionamento, con un impatto diretto sulla composizione dei banchi ortofrutticoli e sulla sostenibilità complessiva del settore.

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