Ci sono degli indizi che smentiscono la morte di Adolf Hitler nel bunker. Un documento della CIA riporta un suo avvistamento.
Ormai da tempo si fa sempre più largo l’ipotesi che riporta che il dittatore tedesco avrebbe trovato riparo in un Paese latino, protetto da un governo amico. Da anni si parla di morti sospette, segreti di Stato e di “strane coincidenze“, tasselli che vengono mescolati a rivelazioni più o meno sensazionali per creare la teoria della fuga perfetta di Hitler verso i Mari del Sud.
La verità sul passato di Hitler
Il primo a raccontare del suicidio di Hitler è stato Hugher Trevor Roper, storico e agente dell’Intelligence britannica, che è stato incaricato di indagare sulla morte del dittatore. La sua versione è quindi stata pubblicata nel libro Gli ultimi giorni di Hitler. Nei primi anni ’80, ha dichiarato autentici i suoi diari ritrovati a Dresda, che si è invece rivelato un falso. Un’altra ipotesi parla invece di diversi attentati che hanno amplificato la sua schizofrenia paranoide. Pare che il Fuhrer possa aver assoldato dei sosia per proteggersi, come ad esempio il famoso Gustav Weler. Alcune fonti avrebbero confermato che nel bunker ce ne fossero due, com’è stato dichiarato dal giornalista Marco Dolcetta nel suo libro Gli spettri del Quarto Reich.

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I servizi segreti americani si sono inoltre dedicati allo studio sulla morte del dittatore e pare che fosse ancora vito Edgar J. Hoover, il potente capo dell’FBI dal 1935 al 1972. Hoover ha ricevuto dei rapporti puntuali da vari informatori, certi di aver visto Hitler e Eva Braun in un treno o seduti in un caffè. Marco Dolcetta ha affermato, nel suo libro, che sono stati ritrovati in Sud America anche alcuni libri della biblioteca personale di Hitler. “La provenienza dei libri è certificata dall’ex libris del führer (una sorta di sigillo di proprietà) e da note autografe vergate con grafia identica a quella dei commenti in calce ai volumi della biblioteca al Berghof, la residenza privata di Hitler sulle Alpi Bavaresi“, ha scritto l’autore.
In Oltremare Sud, ci sono invece 700 pagine su cui i giornalisti Juan Salinas e Carlos De Napoli ricostruiscono la trasversata atlantica di alcuni sottomarini tedeschi, gli U-Boot, i cosiddetti “lupi grigi”. Lo stesso ha fatto Abel Basti, tra i giornalisti argentini più conosciuti e autore di Sulle tracce di Hitler. Tutti questi autori dicono che i sottomarini avevano cancellato il vecchio numero di matricola, adottando tutti la sigla U-530. Questo è stato interpretato come coincidenza.
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