La ricerca evidenzia come, nonostante la tecnologia e il cambiamento dei modi di comunicare, resti fondamentale mantenere una buona conoscenza.
Una recente indagine condotta da Libreriamo, media digitale specializzato in cultura, ha evidenziato come quasi il 70% degli italiani commetta errori grammaticali frequenti, sia nella lingua scritta sia in quella parlata.
Lo studio, realizzato con la metodologia della “web opinion analysis” su un campione di circa 1600 persone tra i 18 e i 65 anni, ha monitorato conversazioni online su forum, blog e social network come Facebook, Instagram, X e YouTube, per analizzare le difficoltà linguistiche più diffuse nel nostro paese.
Gli errori grammaticali più diffusi tra gli italiani
Tra gli sbagli più comuni, spiccano errori relativi all’uso errato dell’apostrofo (62%), del congiuntivo (56%) e della declinazione verbale (50%). Ad esempio, resta molto diffusa la scrittura errata di “qual’è” invece di “qual è”, senza apostrofo. L’uso corretto del congiuntivo è spesso trascurato, con frasi come “L’importante è che hai superato l’esame” che dovrebbero invece essere “L’importante è che tu abbia superato l’esame”.
Un altro problema riguarda l’uso dei pronomi, soprattutto tra gli italiani che vivono all’estero: è frequente l’errore nel sostituire pronomi femminili con quelli maschili, come in “Gli ho detto che era molto bella” invece della forma corretta “Le ho detto che era molto bella”.
Anche la punteggiatura risulta un campo minato per il 39% degli intervistati, con un uso spesso casuale di virgole, punti e virgola e due punti, senza rispettare le regole fondamentali della loro applicazione.
Cause e consigli per migliorare la padronanza della lingua italiana
Secondo un panel di 20 esperti tra sociologi e letterati coinvolti nello studio, una delle cause principali di questo declino della competenza grammaticale è l’uso eccessivo di internet, la diffusione di neologismi e anglicismi, e la tendenza a preferire abbreviazioni e forme digitali, spesso scorrette.

Cosa è stato riscontrato – misteriditalia.it
L’abuso di chatbot di intelligenza artificiale per la scrittura rischia inoltre di indebolire ulteriormente la capacità di riflettere autonomamente sulla lingua.
Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo, sottolinea che “l’italiano è un luogo simbolico che unisce al di là delle differenze geografiche, sociali e generazionali. È un bene prezioso da conoscere e salvaguardare, perché genera senso di comunità, appartenenza e identità”.
Per migliorare, gli esperti consigliano di leggere con regolarità e di riprendere l’abitudine di scrivere a mano, un esercizio che aiuta a fissare meglio le regole grammaticali. Inoltre, suggeriscono di limitare l’uso di neologismi e parole straniere quando non strettamente necessario e di allenare la mente con giochi linguistici e book-game che permettono di ripassare la grammatica e la storia della lingua italiana.
Gli strafalcioni più curiosi e ricorrenti
Tra gli errori più bizzarri e diffusi, emerge la confusione tra parole simili o l’uso improprio di consonanti: “ceretta al linguine” al posto di “ceretta all’inguine” (13%), oppure “salciccia” invece di “salsiccia” (17%). Ancora, è comune leggere “cortello” per “coltello” o abbreviazioni errate come “nn” per “non” e “tt” per “tutto”, molto diffuse soprattutto nei messaggi sui social.
L’uso spropositato della lettera “K” al posto di “C” o “CH” è un altro fenomeno che evidenzia una certa “storpiatura” della lingua: frasi come “Ke cosa facciamo?” si trovano frequentemente sui canali digitali, segno di una tendenza a semplificare o modificare la scrittura tradizionale.
Tra i dubbi più frequenti c’è anche la corretta scrittura di espressioni come “un po’”, con l’apostrofo, e l’uso delle congiunzioni “e” o “ed”, “a” o “ad”, dove la regola eufonica prevede l’aggiunta della ‘d’ solo davanti a parole che iniziano per vocale (es. “Vado ad Amburgo”, “Era felice ed entusiasta”).
Gli errori più comuni - musteriditalia.it











