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Se leggi queste poesie il primo dell’anno, avrai un 2026 straordinario: da provare

Gianni RodariLe poesie più emozionanti che parlano dell'inizio dell'anno - Misteriditalia.it

Queste poesie raccontano con passi meravigliosi l’arrivo di un anno nuovo: abbiamo raccolto i versi più emozionanti.

Con l’avvicinarsi del nuovo anno, cresce il desiderio di lasciarsi alle spalle il passato e aprirsi a nuove possibilità, un momento che da sempre ha ispirato poeti e scrittori di ogni epoca.

Le poesie dedicate al Capodanno non solo celebrano questo passaggio, ma offrono anche riflessioni profonde e spunti di speranza per affrontare i dodici mesi a venire. In vista del 2026, proponiamo una selezione di versi emblematici, capaci di accompagnare il lettore in un viaggio emotivo e spirituale, ricordandoci che siamo artefici del nostro destino.

La tradizione poetica del Capodanno: un invito alla rinascita

Il Capodanno è da sempre un momento carico di simbolismi, e numerosi autori hanno dedicato a questa ricorrenza versi che ne celebrano la magia e i molteplici significati. Tra i più noti, Gianni Rodari, con la sua ironia e profondità, riesce a sintetizzare l’animo umano di fronte all’incertezza del futuro. Nel suo componimento L’anno nuovo ci ricorda con leggerezza che, pur non potendo prevedere cosa ci riserverà il futuro, esso si compone di elementi certi: le stagioni, i giorni, le ricorrenze, e soprattutto l’opportunità di vivere ogni attimo.

Gianni Rodari, L’anno nuovo

“Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno”

Anche il poeta giapponese Masaoka Shiki, con un haiku essenziale, ci immerge nell’armonia che nasce tra cielo e terra all’inizio del nuovo anno, esaltando la naturalezza del ciclo vitale. La semplicità del verso sottolinea come ogni Capodanno rappresenti un punto di equilibrio e speranza.

Masaoka Shiki

“E’ capodanno
È capodanno:
tra il cielo e la terra
inizia l’armonia.”

La figura di Madre Teresa di Calcutta si unisce a questo coro con una poesia che invita alla gentilezza e al sorriso come strumenti per vivere meglio l’anno che arriva. Il suo messaggio, oggi più che mai attuale, sottolinea l’importanza dell’amore e della solidarietà anche nelle piccole azioni quotidiane, elementi imprescindibili per costruire un futuro migliore.

Madre Teresa di Calcutta, Nuovo anno

“Cosa posso dirvi per aiutarvi a vivere meglio in questo anno?
Sorridetevi
gli uni gli altri;
sorridete a vostra moglie
a vostro marito
ai vostri figli
alle persone con le quali lavorate
a chi vi comanda;
sorridetevi a vicenda;
questo vi aiuterà a crescere nell’amore
perché il sorriso è il frutto dell’amore”.

L’augurio di un anno sereno e ricco di opportunità si ritrova in molteplici opere, da quelle più classiche a quelle contemporanee. Nel componimento Oroscopo di Gianni Rodari, l’anno nuovo viene metaforicamente descritto come un pacco ancora da scartare, pieno di sorprese che possono essere dolci o amare, a seconda del modo in cui sapremo vivere le nostre giornate. Questo invito alla responsabilità personale è un monito tuttora valido: ogni ora può essere serena se la sappiamo usare bene.

Gianni Rodari, Oroscopo

“O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr’ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni”.

Pablo Neruda

Le poesie più belle che celebrano il primo giorno dell’anno – Misteriditalia.it

Il poeta contemporaneo Fabrizio Caramagna riflette sull’ignoto che l’anno nuovo rappresenta, definendolo una presenza completamente nuova, priva di legami con il passato, che porta con sé un vento di possibilità. Le sue parole suggeriscono di aprirsi a questo nuovo ciclo con curiosità e speranza, lasciandosi guidare da ciò che verrà.

Fabrizio Caramagna, Primo giorno dell’anno

“Anno nuovo, nessuno ti conosce.
Chissà se vieni dalle stelle, dal fango
o da un altro luogo.
Non c’è alcun legame, alcun ricordo di te.
Sei completamente nuovo.
Nuovo è il tuo vento, nuova è la tua luce,
nuova è la tua pioggia.
Ci sono ponti che non ho ancora passato,
ci sono rive che non ho ancora toccato.
Chissà se sarai tu a portarmi oltre,
se sarai tu a darmi il giusto passo.
O se dovrò aspettare un altro vento,
un altro anno ancora”.

La voce di Pablo Neruda si distingue per la sua capacità di fondere la sacralità del momento con la concretezza della vita quotidiana. Nel suo Ode al primo giorno dell’anno, Neruda ci invita a guardare questo giorno come una porta di speranza, un’occasione per vivere in modo diverso e rinnovato, nonostante tutto ciò che di simile abbiamo già vissuto.

Pablo Neruda, Ode al primo giorno dell’anno

“Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare”.

Tra i versi più delicati e giocosi, la Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari esprime il desiderio di un anno pieno di luce, freschezza e armonia, con immagini semplici ma cariche di significato: un gennaio con il sole d’aprile, un mare senza tempesta, l’amicizia tra gatto e cane. Questi desideri, pur nella loro apparente leggerezza, rappresentano un’aspirazione profonda a un mondo migliore e più sereno.

Eugenio Montale

Capodanno, le poesie dei grandi poeti che celebrano il primo giorno dell’anno – Misteriditalia.it

Gianni Rodari, Filastrocca di Capodanno

“Filastrocca di Capodanno:
fammi gli auguri per tutto l’anno.
Voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore di pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente”.

L’intensità di Eugenio Montale offre invece uno sguardo più riflessivo e critico sulla realtà che ci circonda. Nel suo componimento, osserva dall’alto il nostro pianeta e l’insieme complesso di filosofia, politica, scienze e vita umana che lo caratterizzano. Montale sottolinea la contraddizione tra la festa del Capodanno e le sofferenze del mondo, ricordandoci che la speranza deve sempre convivere con la consapevolezza delle sfide reali.

Eugenio Montale

“Ho contemplato dalla luna, o quasi,
il modesto pianeta che contiene
filosofia, teologia, politica,
pornografia, letteratura, scienze
palesi o arcane. Dentro c’è anche l’uomo,
ed io tra questi. E tutto è molto strano.
Tra poche ore sarà notte e l’anno
finirà tra esplosioni di spumanti
e di petardi. Forse di bombe o peggio,
ma non qui dove sto. Se uno muore
non importa a nessuno purché sia
sconosciuto e lontano”.

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