Chi ha il cuore in tormento si rivedrà in questa bellissima poesia da riscoprire: il suo vero significato e perché leggerla.
Ci sono poesie che non hanno bisogno di essere lunghe per lasciare un segno. Bastano poche immagini, un respiro, un’invocazione sussurrata, e all’improvviso ci ritroviamo dentro un sentimento che conosciamo fin troppo bene.
Il Sonetto del dolce lamento di Federico García Lorca è una di quelle poesie che parlano direttamente al cuore, soprattutto quando il cuore è inquieto, ferito, sospeso in un amore che non trova pace.
La bellissima poesia di Federico Garcia Lorca
Lorca non racconta un amore felice. Racconta un amore che consuma, che si vive nell’ombra, che non si può afferrare. E lo fa con una delicatezza che taglia più di un grido. Fin dall’inizio, il poeta confessa la sua paura più grande: «Perder la meraviglia, è il mio timore». Teme di perdere lo stupore che gli provocano gli occhi dell’amato, occhi “di statua”, immobili e perfetti, che sembrano appartenere a un mondo irraggiungibile. È un amore contemplato più che vissuto, un amore che si guarda da lontano, come si guarda una scultura che non si può toccare.
L’immagine che segue è ancora più intima: il poeta sente sulla guancia il “tepore di rosa solitaria” del fiato dell’altro. È un contatto minimo, quasi immaginato, ma sufficiente a incendiare tutto il resto. Lorca sa che a volte basta un soffio, un gesto impercettibile, per far crollare ogni difesa. Poi arriva la confessione più dolorosa. Il poeta dice di essere «un tronco senza rami», fermo su una riva, incapace di crescere, di dare frutti, di offrire qualcosa di vivo. È un’immagine di aridità emotiva. Chi ama senza essere ricambiato spesso si sente così: pieno di sentimento, ma vuoto di possibilità.
Eppure, nonostante questa fragilità, Lorca non smette di desiderare. In un altro verso chiave, si rivolge all’amato chiamandolo «tesoro che io sto celando». È un amore nascosto, forse proibito, forse impossibile da dichiarare. Un amore che vive nel silenzio, nell’ombra, nella paura di essere scoperto o respinto. Subito dopo, però, l’immagine cambia tono: «se sei mia croce e bagnato tormento». L’amato è allo stesso tempo salvezza e condanna, luce e ferita. È la contraddizione perfetta dell’amore impossibile: non si può vivere senza, ma non si può vivere nemmeno con.

Sonetto del dolce lamento, del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca – Misteriditalia.it
Non c’è orgoglio, non c’è difesa: c’è solo un cuore che si inginocchia davanti a un sentimento più grande di lui. E allora il poeta fa la sua supplica finale. Chiede all’amato di non gettare via ciò che lui ha conquistato con tanta sofferenza. E chiude con una delle immagini più belle del sonetto: «con foglie del mio autunno allo sbando / sulle acque del tuo fiume fa’ ornamento».
Le foglie del suo autunno sono ciò che resta di lui: la sua malinconia, la sua stanchezza, la sua resa. Eppure, anche quelle foglie, anche ciò che è caduto e che sembra inutile, possono diventare ornamento nel fiume dell’altro. È un modo poetico per dire: Prendi ciò che sono, anche se è poco. Anche se è fragile. Anche se è tutto ciò che posso darti. Il Sonetto del dolce lamento è la storia di un amore che non trova compimento, ma che proprio per questo brucia più forte. È la storia di chi ama senza garanzie, senza promesse, senza reciprocità. Di chi continua a sperare anche quando sa che non dovrebbe. Di chi, pur sentendosi un tronco senza rami, continua a offrire le proprie foglie. Se hai il cuore in tormento, questa poesia ti parla perché riconosce la tua ferita. E la trasforma in bellezza.
Perder la meraviglia, è il mio timore,
dei tuoi occhi di statua, sfiorato
di notte sulla guancia dal tepore
di rosa solitaria del tuo fiato.
Su questa riva sono, è il mio dolore,
un tronco senza rami, e più accorato
di non avere argilla, polpa o fiore
da offrire al verme del mio triste stato.
Se sei il tesoro che io sto celando,
se sei mia croce e bagnato tormento,
se sono il cane pronto al tuo comando,
le mie conquiste non gettare al vento:
con foglie del mio autunno allo sbando
sulle acque del tuo fiume fa’ ornamento.
La poesia per chi ha il cuore affranto: una dedica bellissima - Misteriditalia.it 












