Mentre il mondo si prepara a salutare il nuovo anno, le parole di Gianni Rodari, continuano a risuonare con forza e attualità.
La sua poesia intitolata “L’anno nuovo”, tratta dalla celebre raccolta Filastrocche in cielo e in terra (Torino, Einaudi 1960), rappresenta un invito a riflettere sul senso profondo del Capodanno, andando oltre le superstizioni e le previsioni astrologiche per puntare tutto sulla forza di volontà e sulla responsabilità individuale.
Il genio Rodari: la vita privata e le poesie
Gianni Rodari, nato a Omegna nel 1920 e scomparso a Roma nel 1980, ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura per ragazzi grazie alla sua straordinaria capacità di coniugare fantasia, impegno civile e pedagogia. Premio Hans Christian Andersen nel 1970, Rodari ha rivoluzionato il modo di parlare ai più piccoli, utilizzando un linguaggio semplice ma ricco di significati profondi. La sua poesia “L’anno nuovo”, letta ogni 31 dicembre da generazioni di italiani, è una vera e propria profezia che invita a guardare al futuro con consapevolezza e determinazione.
Nel componimento, Rodari si rivolge a un immaginario indovino, chiedendogli di predire come sarà l’anno che sta per iniziare: “Bello, brutto, o metà e metà?”. La risposta è tutt’altro che magica o misteriosa: l’unica certezza è che l’anno avrà le sue stagioni, i mesi, le festività e i giorni della settimana, ma sarà “come gli uomini lo faranno”. Con queste parole, Rodari strappa l’illusione di un destino scritto da forze occulte e riscopre la libertà e la responsabilità insite in ciascuno di noi.

Il valore senza tempo della poesia di Gianni Rodari(www.misteriditalia.it)
Il Capodanno, celebrato il 1º gennaio secondo il calendario gregoriano, è una festività diffusa in quasi tutto il mondo, ricca di tradizioni e simbolismi. Dalla notte di San Silvestro si accendono i fuochi artificiali, si condividono auguri e si fanno buoni propositi per l’anno che verrà. In Italia, come in molti altri paesi, le usanze includono rituali scaramantici, come indossare biancheria intima rossa o consumare lenticchie per attrarre prosperità.
Tuttavia, come sottolinea la poesia di Rodari, non sono i rituali o le predizioni a determinare il nostro destino, ma la nostra volontà e le azioni che decidiamo di intraprendere. Questo messaggio, nel contesto odierno, risulta più che mai attuale. In un mondo segnato da sfide sociali, ambientali e culturali, l’augurio più autentico per il nuovo anno è quello di una consapevolezza collettiva che spinga ogni persona a diventare protagonista del proprio cammino.
Rodari non è stato solo un poeta e scrittore, ma anche un educatore impegnato nel promuovere una scuola laica, democratica e inclusiva. La sua esperienza come insegnante e giornalista, insieme al suo impegno nel Coordinamento Genitori Democratici, associazione da lui fondata negli anni Settanta, testimoniano il suo profondo interesse per l’educazione come strumento di crescita personale e sociale.
La sua opera più celebre, Grammatica della fantasia (1973), rimane un testo fondamentale per insegnanti, genitori e animatori, offrendo metodi e spunti per stimolare la creatività e la capacità critica nei bambini. Attraverso le sue filastrocche e poesie, Rodari ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a usare la fantasia per superare le difficoltà e a credere nelle proprie capacità.
L’anno nuovo di Gianni Rodari
Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
L’anno nuovo di Gianni Rodari(www.misteriditalia.it) 












