Un borgo italiano sorprende per atmosfere nordiche, storia e identità: un viaggio tra paesaggi selvaggi e antiche leggende tutte da scoprire.
Ci sono angoli d’Italia capaci di spiazzare anche il viaggiatore più esperto. Luoghi dove la geografia sembra ingannare lo sguardo e la storia ha seguito strade imprevedibili, lasciando tracce profonde nel paesaggio e nelle comunità.
In uno di questi borghi, incastonato tra montagne aspre e vallate silenziose, l’impressione è quella di trovarsi lontano dalla Penisola, immersi in un’atmosfera che richiama terre del Nord Europa. Qui la natura domina incontrastata e le tradizioni parlano una lingua diversa, sospesa tra leggenda e identità.
Nel cuore del Piemonte più remoto, al confine con la Svizzera, esiste un paese che da secoli convive con un’eredità culturale singolare, tanto da essersi guadagnato un soprannome che incuriosisce e affascina: la “Piccola Scozia”.
Gurro, il borgo italiano dall’anima scozzese
Gurro si trova in provincia di Verbano Cusio Ossola, nella Valle Cannobina, non lontano dal lago Maggiore e a ridosso del Parco Nazionale della Val Grande. È un piccolo centro montano, abitato da meno di 300 persone, circondato da pendii verdi, boschi fitti e un silenzio che sembra appartenere a un’altra epoca. La conformazione del territorio, con le sue montagne scure e i cieli spesso velati, ricorda in modo sorprendente i paesaggi delle Highlands scozzesi.
Secondo una narrazione storica tramandata nel tempo, le origini di questo legame risalgono al 1525. Dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia, alcuni mercenari scozzesi al servizio del re di Francia, Francesco I, si trovarono costretti a interrompere il viaggio di ritorno a causa delle forti nevicate. Bloccati nella Valle Cannobina in attesa della primavera, avrebbero deciso di stabilirsi definitivamente in questa zona, attratti da un ambiente naturale simile a quello lasciato in patria. Da quell’insediamento sarebbe nato il borgo di Gurro.

Gurro, il borgo italiano dall’anima scozzese – @igverbania fonte instagram – misteriditalia.it
Passeggiando tra le vie del paese, l’influenza scozzese sembra emergere in molti dettagli. Le abitazioni storiche presentano strutture a graticcio con travi incrociate a forma di croce di Sant’Andrea, simbolo nazionale della Scozia e elemento architettonico raro nel resto della zona. Anche l’impianto urbano, con strade strette e irregolari, si discosta nettamente da quello dei borghi vicini, evocando piuttosto modelli britannici.
Un altro aspetto sorprendente è il dialetto locale. Studi condotti dall’Università di Zurigo hanno rilevato la presenza di circa 800 parole di origine gaelica ancora riconoscibili nel linguaggio quotidiano. Persino alcuni cognomi sembrano raccontare questa discendenza: nomi come MacDonald o Gibb, nel tempo, si sarebbero trasformati rispettivamente in Donaldi e Gibi.
L’orgoglio identitario di Gurro si manifesta soprattutto durante le feste. Nelle ricorrenze più importanti, uomini e donne indossano tartan, kilt e sporran, mantenendo viva una tradizione che attraversa i secoli. Il momento più sentito arriva la seconda domenica di luglio. Quando il borgo si anima al suono delle cornamuse e una sfilata in abiti scozzesi celebra pubblicamente questo legame unico.
Sembra la Scozia, ma siamo in Italia: paesaggi incontaminati e un borgo da favola - @eccellenzaitaliana
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