Il riconoscimento precoce dei sintomi dell’infarto è cruciale per migliorare la sopravvivenza e ridurre i danni cardiaci.
L’infarto miocardico acuto (IMA), comunemente noto come attacco di cuore, consiste nella necrosi di una porzione del muscolo cardiaco dovuta a un’improvvisa riduzione o interruzione del flusso sanguigno nelle arterie coronarie, responsabili di fornire ossigeno e nutrienti al cuore. La causa principale è l’aterosclerosi, ossia l’accumulo di placche lipidiche che, una volta fratturate, provocano la formazione di trombi che occludono il vaso.
L’infarto può presentarsi in due forme principali: il STEMI, con sopraslivellamento del tratto ST all’elettrocardiogramma (ECG), indicativo di un’occlusione totale, e l’NSTEMI, caratterizzato da un’occlusione parziale o transitoria. Il cuore, un muscolo che batte circa 100.000 volte al giorno, necessita di un apporto costante di ossigeno per mantenere la propria funzione contrattile; quando questo viene a mancare, si instaura un danno ischemico che, se non trattato prontamente, evolve in necrosi tissutale.
I sintomi dell’infarto: cosa riconoscere per intervenire subito
L’infarto non sempre si manifesta con il quadro drammatico e immediatamente riconoscibile mostrato nei media. I sintomi possono essere variabili e, in molti casi, atipici, soprattutto nelle donne e negli anziani. Il campanello d’allarme più comune è il dolore toracico, descritto come una sensazione di oppressione o schiacciamento persistente, localizzato dietro lo sterno e che può irradiarsi verso la spalla, il braccio (in particolare il braccio sinistro), la schiena, la mandibola o l’addome superiore. Questo dolore non è sempre acuto, ma spesso si presenta come una morsa o una sensazione di bruciore.
Altri sintomi comuni includono:
– Dispnea o difficoltà respiratoria, che può manifestarsi anche senza dolore toracico;
– Sudorazione fredda e improvvisa, associata a pallore e sensazione di malessere;
– Nausea e vomito, frequenti soprattutto nelle donne;
– Vertigini, stordimento o sensazione di svenimento;
– Affaticamento improvviso e inspiegabile, spesso riportato come sintomo precoce nelle donne;
– Ansia intensa o senso di imminente catastrofe, che può essere scambiata per un attacco di panico.
Un dato importante emerso dallo studio sudcoreano è che gli uomini tendono a riconoscere più facilmente i sintomi classici, in particolare il dolore toracico irradiato, mentre le donne spesso presentano sintomi meno tipici, con conseguente ritardo nel trattamento.

Perché il riconoscimento precoce salva la vita (www.misteriditalia.it)
I dati raccolti su quasi 12.000 pazienti evidenziano che solo il 52,3% è riuscito a collegare i propri sintomi a un possibile infarto e a cercare immediatamente assistenza medica. La mortalità intra-ospedaliera in questo gruppo è stata dell’1,5%, contro il 6,7% di chi è arrivato tardi per mancato riconoscimento dei segnali d’allarme. Questo conferma la massima del mondo cardiologico: “time is muscle”, ovvero ogni minuto perso senza intervento aumenta la quantità di tessuto cardiaco irreversibilmente danneggiato.
L’intervento tempestivo, tramite somministrazione di farmaci trombolitici o tramite procedure di angioplastica coronarica con impianto di stent, consente di ripristinare il flusso sanguigno e ridurre significativamente la mortalità e le complicanze a lungo termine.
Fattori di rischio e prevenzione
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte in Italia e in Europa. Tra i fattori di rischio modificabili più rilevanti si annoverano:
– Fumo di tabacco;
– Sedentarietà;
– Alimentazione scorretta, ricca di grassi saturi e povera di frutta e verdura;
– Ipertensione arteriosa;
– Diabete mellito;
– Colesterolo alto.
Fattori non modificabili includono età, sesso e familiarità. È noto che gli uomini sono più colpiti in età giovanile, mentre le donne raggiungono un rischio simile dopo la menopausa a causa della riduzione degli ormoni protettivi.
Un’adeguata prevenzione, basata su stili di vita sani, controlli regolari e gestione ottimale dei fattori di rischio, è fondamentale per ridurre l’incidenza degli eventi ischemici.
La diagnosi di infarto si basa sul quadro clinico, sull’ECG e sugli esami ematici che rilevano l’aumento delle proteine cardiache come la troponina. Le linee guida pubblicate dalla European Society of Cardiology indicano chiaramente come l’accesso rapido a strutture specializzate per angioplastica primaria sia il trattamento di elezione.
In attesa dei soccorsi, è consigliato chiamare immediatamente il 118 e, se prescritta dal medico, assumere nitroglicerina sublinguale per alleviare il dolore toracico. L’uso precoce dell’aspirina può inoltre contribuire a prevenire l’ulteriore formazione di trombi.
L’ESC continua a promuovere campagne di sensibilizzazione e formazione per operatori sanitari e popolazione generale, affinché il riconoscimento precoce dell’infarto diventi sempre più diffuso e le terapie sempre più tempestive ed efficaci.
L’infarto miocardico acuto: definizione e cause(www.misteriditalia.it) 












