Le castagne non sono tutte uguali: scopri come distinguere quelle commestibili da quelle tossiche e evitare gravi intossicazioni.
Il profumo delle caldarroste è uno dei segnali più amati dell’autunno. Basta passeggiare per le vie di un borgo o accendere il camino per sentirsi avvolti da quel sentore dolce e terroso che riporta a ricordi d’infanzia. Ma non tutte le castagne che incontriamo lungo il cammino sono ciò che sembrano. Alcune, se ingerite, possono causare nausea, vomito e dolori addominali così forti da richiedere il ricovero ospedaliero.
Ogni anno, decine di persone finiscono al pronto soccorso per aver confuso le castagne commestibili con le cosiddette “castagne matte”, i frutti dell’ippocastano. La loro somiglianza è tale da trarre in inganno anche gli occhi più esperti, ma basta conoscere pochi dettagli per evitarlo.
La distinzione non è solo una questione botanica: è una precauzione fondamentale per la salute. Una piccola disattenzione può trasformare un pomeriggio nei boschi o una raccolta tra amici in un’esperienza decisamente amara.
Castagne o castagne matte? Il trucco per distinguerle subito
A prima vista sembrano identiche, ma osservandole con attenzione si notano differenze precise. Le castagne commestibili crescono sul castagno (Castanea sativa), un albero elegante dalle foglie lunghe, lanceolate e finemente seghettate. Quelle dell’ippocastano (Aesculus hippocastanum), invece, sono palmate e ricordano la forma di una mano aperta con cinque o sei “dita” verdi e lucide.
Il riccio del castagno vero ha spine molto sottili e fitte, difficili da toccare. Quello dell’ippocastano, invece, ha spine rade e tozze, quasi appuntite ma più distanziate tra loro. Una volta aperto il riccio, anche la castagna in sé racconta la sua natura. Le castagne buone hanno una forma leggermente schiacciata, con un lato più piatto e una punta ben visibile. Le castagne matte, invece, sono tonde, lisce e senza punta, spesso più grandi e lucide. E poi c’è il colore: la castagna vera tende a un marrone caldo con striature chiare, mentre quella tossica è di un marrone uniforme e lucido, quasi “laccato”.

Castagne o castagne matte? Il trucco per distinguerle subito – misteriditalia.it
Le castagne dell’ippocastano contengono aesculina, una sostanza tossica per l’uomo. Anche in piccole quantità può provocare nausea, vomito, crampi intestinali e, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie. I sintomi si manifestano dopo poche ore dall’ingestione, e in alcuni casi può essere necessario il ricovero ospedaliero per evitare complicazioni.
Per questo motivo è fondamentale non raccogliere mai castagne da terra se non si è certi della provenienza dell’albero. Nei parchi cittadini, ad esempio, la maggior parte dei “castagni” è in realtà ippocastano ornamentale, piantato per la sua bellezza e non per i frutti. Il segreto è tutto nell’osservazione. Spine, forma, foglia e colore: bastano questi dettagli per distinguere una delizia da un pericolo. Meglio qualche minuto di attenzione in più che un pomeriggio al pronto soccorso.
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