A pochi giorni dall’apertura della COP30 a Belém, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) lancia un nuovo e allarmante avvertimento sul futuro climatico globale.
Le proiezioni aggiornate indicano che il pianeta è sempre più vicino a superare un riscaldamento di 2,5°C entro il 2100, ben oltre i limiti previsti dall’Accordo di Parigi.
Un riscaldamento globale sopra gli obiettivi
Nonostante gli impegni assunti negli ultimi anni, il rapporto UNEP evidenzia che il mondo si sta muovendo verso un aumento della temperatura compreso tra 2,3°C e 2,5°C. L’Accordo di Parigi fissava invece l’obiettivo di contenere l’aumento “ben al di sotto dei 2°C” e, se possibile, entro 1,5°C. Quest’ultima soglia, ritenuta fondamentale per evitare impatti irreversibili su ecosistemi e società, secondo gli esperti verrà superata in modo quasi certo già entro la fine del decennio.
In un recente intervento video, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito la situazione “critica”, riconoscendo che il traguardo dell’1,5°C è ormai “fuori portata”. Tuttavia, ha sottolineato l’urgenza di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 per tentare, nel lungo periodo, di riportare le temperature su livelli più gestibili.
Emissioni ancora in crescita
Il rapporto segnala inoltre che nel 2024 le emissioni globali di gas serra sono aumentate del 2,3%. Il dato è attribuito principalmente al maggiore utilizzo di combustibili fossili, in particolare petrolio, gas e carbone. Tra i paesi con l’incremento più significativo figurano India, Cina, Russia e Indonesia.
L’Unione Europea ha registrato una riduzione delle emissioni, mentre negli Stati Uniti si rileva un leggero aumento (+0,1%), segnale delle difficoltà nel consolidare una transizione energetica efficace.
Rimboschimento e tecnologie emergenti
Oltre alla riduzione delle emissioni, il documento richiama l’attenzione sulla necessità di rafforzare la capacità globale di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera. Ciò riguarda sia gli ecosistemi naturali – come le foreste – sia l’impiego di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, ancora in fase di sviluppo.
Anne Olhoff, responsabile scientifica del rapporto, ha sottolineato come “l’attuale livello di impegno dei governi non corrisponda alla gravità della crisi climatica”. Una posizione condivisa anche dalla direttrice esecutiva dell’UNEP, Inger Andersen, che richiama alla necessità di “interventi drastici e immediati, nonostante le tensioni geopolitiche globali”.
Verso la COP30
Il nuovo allarme arriva mentre la comunità internazionale si prepara ai lavori della COP30, che si terrà proprio a Belém. Le aspettative sono alte: l’obiettivo è accelerare le politiche di riduzione delle emissioni e definire nuove strategie per contenere l’impatto del riscaldamento globale, in un momento in cui la finestra per intervenire si fa sempre più stretta.








