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Un nuova sentenza crea il panico: se non paghi l’affitto o le bollette puoi essere sospeso dal lavoro

Il caso esaminato dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha infatti confermato che l’inadempimento economico da parte di un legaleLe motivazioni della sospensione disciplinare per il mancato pagamento di affitto e utenze (www.misteriditalia.it)

Una sentenza ha stabilito che il mancato pagamento di affitto o bollette può comportare la sospensione dall’esercizio della professione.

Il caso esaminato dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) ha infatti confermato che l’inadempimento economico da parte di un legale integra una violazione del dovere di probità e correttezza, danneggiando l’immagine dell’intera categoria.

Nel caso specifico, il professionista era stato condannato a liberare un immobile occupato senza titolo, a fronte di un debito di oltre 20mila euro per canoni di locazione e utenze non corrisposte. Nonostante un tentativo di accordo transattivo con il locatore, mai formalizzato, l’avvocato ha restituito l’immobile in condizioni di degrado. A seguito dell’esposto del locatore, il Consiglio distrettuale di disciplina aveva inflitto una sospensione di diciotto mesi, ridotta a sei mesi dal CNF in assenza di recidiva o altre aggravanti.

Il Consiglio ha precisato che la sospensione poteva essere evitata solo dimostrando cause di forza maggiore, come gravi malattie o eventi imprevedibili debitamente documentati, oppure l’adempimento delle obbligazioni contrattuali. La mera difficoltà economica non giustifica l’inadempimento né esclude la responsabilità disciplinare.

Sono state inoltre evidenziate violazioni specifiche del Codice deontologico forense, in particolare:

  • L’articolo 26, comma 3, che sanziona il difensore che, senza legittimo impedimento o strategia difensiva concordata, si rende assente all’udienza senza nominare un sostituto, configurando una trascuratezza rilevante dal punto di vista deontologico.
  • L’articolo 53, comma 1, che impone all’avvocato di mantenere rapporti improntati alla dignità e al rispetto reciproco con i magistrati, e che punisce la mancata partecipazione all’udienza senza comunicazione dell’impedimento.

Un orientamento consolidato nel sistema disciplinare forense

Questa decisione si inserisce in un solido filone giurisprudenziale già tracciato dal CNF negli ultimi anni. Per esempio, nel 2024 un avvocato è stato sospeso per quattro mesi per il mancato pagamento del canone di locazione e delle utenze (sentenza n. 118/2024), mentre nel 2021 un professionista ha subito sei mesi di sospensione per aver rifiutato di restituire l’immobile al locatore dopo uno sfratto per morosità (sentenza n. 50/2021).

Il principio di fondo è chiaro: l’inadempimento degli obblighi economici da parte di un avvocato non è solo una questione contrattuale, ma una violazione che incide negativamente sulla reputazione e sulla dignità della professione legale.

Nel sistema deontologico forense, il principio di decoro e dignità costituisce il fulcro dell’esercizio della professione.

Implicazioni pratiche e attenzione al decoro professionale (www.misteriditalia.it)

Nel sistema deontologico forense, il principio di decoro e dignità costituisce il fulcro dell’esercizio della professione. L’avvocato, investito di una funzione pubblica di rilievo, deve mantenere un comportamento irreprensibile sia nell’attività professionale che nella gestione dei propri obblighi personali, compresi quelli economici.

La sentenza rappresenta un monito forte per tutti i professionisti del settore: la trascuratezza nei confronti di impegni fondamentali come il pagamento dell’affitto o delle bollette può portare a sanzioni disciplinari pesanti, fino alla sospensione, anche in assenza di conseguenze penali.

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