In uno dei dipinti più celebri di tutti i tempi, ovvero L’Ultima Cena di Leonardo Di Caprio, si nascondono 5 segreti.
L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci resta una delle opere più iconiche e studiate al mondo, capace di suscitare ancora oggi fascino e interrogativi.
Realizzata tra il 1495 e il 1498 nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, questa pittura murale non è soltanto una rappresentazione del momento in cui Gesù annuncia il tradimento di uno dei suoi apostoli, ma un complesso intreccio di simboli e dettagli che rivelano una profonda narrazione psicologica e teologica. Anche per chi ha avuto la fortuna di ammirarla di persona, ci sono aspetti che sfuggono all’occhio comune. Ecco cinque elementi nascosti che cambiano radicalmente la percezione dell’opera.
Il valore simbolico del sale rovesciato e il tradimento di Giuda
Un dettaglio che in pochi hanno colto riguarda la saliera rovesciata davanti a Giuda Iscariota, il quarto apostolo da sinistra. La posizione del gomito di Giuda fa cadere il sale, un gesto apparentemente casuale che in realtà ha un significato carico di simbolismo. Nel contesto biblico, il sale è sinonimo di purezza e alleanza sacra; Gesù stesso lo definisce “il sale della terra”. Rovesciare il sale equivale a infrangere quel patto divino, anticipando visivamente il tradimento di Giuda. Questo particolare non è solo un ornamento, ma una chiave interpretativa che sottolinea la rottura del legame di fiducia.
Dietro Giuda, si intravede la mano di Pietro che impugna un coltello, un chiaro segnale della sua futura reazione nel Getsemani, dove taglierà l’orecchio del servo del sommo sacerdote. Questo piccolo ma cruciale dettaglio rappresenta la tensione tra la fede e l’istinto umano. La mano armata simboleggia la propensione all’azione violenta come mezzo di difesa della fede, un gesto che Leonardo utilizza per anticipare la fragilità e la complessità emotiva dei suoi personaggi. L’opera, dunque, diventa anche un ritratto della debolezza umana dietro la determinazione spirituale.
Al centro della scena, le mani di Gesù sono il fulcro teologico dell’opera. Leonardo le rappresenta con una precisione studiata: la mano sinistra è rivolta verso l’alto, simbolo di accettazione della volontà divina, mentre la mano destra si protende verso il pane e il vino, elementi dell’Eucarestia. Questo doppio gesto racchiude l’essenza del sacrificio cristiano, un invito visivo a comprendere il mistero della donazione e dell’accoglienza. La naturalezza del movimento rende il messaggio ancora più potente e universale.

5 segreti che si nascondono nel dipinto L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci – Misteriditalia.it
Un altro particolare significativo è il dito puntato verso l’alto di Tommaso, l’apostolo noto per il suo scetticismo. Leonardo lo ritrae nella posa che anticipa la sua famosa dichiarazione post-resurrezione: “Se non vedo il segno dei chiodi, non crederò”. Questo gesto non è solo espressione di dubbio, ma di una ricerca profonda della verità e della fede autentica. Il dito alzato diventa così il simbolo di una spiritualità interrogativa, che non si accontenta delle apparenze ma indaga e mette in discussione.
Infine, uno dei misteri maggiormente discussi riguarda l’assenza di un calice solenne sulla tavola. Contrariamente a quanto si potrebbe aspettare, Leonardo non inserisce al centro un oggetto sacro come il Graal, ma solo piccoli bicchieri. Questa scelta rivela un messaggio chiaro: il fulcro dell’Eucarestia non è il calice, ma l’azione stessa di Gesù. La sua figura e il suo gesto sono l’essenza del sacramento, mentre gli oggetti materiali assumono un ruolo secondario. Questo sottolinea l’importanza dell’esperienza spirituale e del significato profondo del rito.
L’Ultima Cena si conferma così un capolavoro ricco di simbolismi nascosti, la cui lettura approfondita continua a sorprendere e a stimolare riflessioni, mantenendo viva la sua aura di mistero e genialità anche a più di cinque secoli dalla sua realizzazione.
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