La vera storia di Annabelle: dalla bambola Raggedy Ann al museo dei Warren, tra racconti paranormali e letture critiche.
Nel panorama dell’horror contemporaneo, pochi oggetti sono diventati riconoscibili quanto Annabelle. Il cinema l’ha trasformata in un simbolo di paura, ma la sua origine non nasce sul grande schermo. Prima di essere una creatura cinematografica, Annabelle è stata una bambola reale, conservata per anni in un museo dedicato al paranormale negli Stati Uniti. Una storia che intreccia testimonianze, credenze religiose, cultura popolare e un acceso dibattito tra sostenitori e scettici.
Dalla bambola Raggedy Ann al caso paranormale
La Annabelle reale non ha l’aspetto inquietante reso celebre dai film. Si tratta di una comune bambola Raggedy Ann, giocattolo di stoffa molto diffuso negli Stati Uniti, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta. Secondo i racconti di Ed e Lorraine Warren, investigatori del paranormale noti a livello internazionale, la bambola entrò in scena nel 1971, quando una studentessa di infermieristica la ricevette in regalo.
Nel giro di poco tempo, la bambola avrebbe iniziato a manifestare comportamenti considerati anomali: spostamenti inspiegabili, biglietti scritti a mano e una presenza percepita come ostile. Un medium interpellato avrebbe parlato dello spirito di una bambina di nome Annabelle, morto in passato, che si sarebbe legato all’oggetto. Le due giovani donne coinvolte, convinte di fare un gesto compassionevole, avrebbero accettato quella presenza, salvo poi assistere a episodi sempre più inquietanti.
Fu a quel punto che entrarono in gioco i Warren, che interpretarono la vicenda in chiave demonologica. Secondo la loro versione, la bambola non era abitata da uno spirito innocente, ma utilizzata da un’entità maligna. La decisione finale fu quella di portarla via e custodirla nel loro museo.

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Annabelle collocata nel Warrens’ Occult Museum di Monroe, in Connecticut, chiusa in una teca di vetro per impedire ulteriori manifestazioni. Il museo, oggi non più aperto al pubblico, raccoglieva oggetti legati a presunti casi paranormali studiati dai Warren nel corso della loro carriera. La bambola divenne rapidamente uno degli oggetti più noti della collezione, alimentando curiosità e timori.
La sua fama crebbe ulteriormente con l’uscita del film L’evocazione – The Conjuring nel 2013, che introdusse Annabelle al grande pubblico e diede origine a una saga cinematografica autonoma. Da quel momento, il confine tra racconto cinematografico e vicenda reale si è fatto sempre più sottile.
Non sono mancate, nel tempo, voci critiche. Studiosi di religione e cultura pop, come Joseph Laycock, hanno sottolineato come il caso Annabelle rappresenti un esempio emblematico del rapporto tra folklore paranormale e industria dell’intrattenimento. Secondo questa lettura, la figura della bambola demoniaca risponde a un immaginario già consolidato, che trova nuova forza proprio nella narrazione mediatica.
Non è solo un film: la bambola "demoniaca" Annabelle esiste davvero ed è custodita in un museo - @the_g_flash_reviews
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