In letteratura, l’isola è stata menzionata da autori di calibro come Gianni Rodari e Umberto Eco, che ne hanno celebrato il fascino.
Nel cuore del Lago d’Orta, in provincia di Novara, si trova una delle realtà più suggestive e rare del panorama italiano: un’isola abitata esclusivamente da monache di clausura.
Stiamo parlando dell’Isola di San Giulio, un luogo che coniuga bellezza paesaggistica, spiritualità e storia millenaria, attirando da sempre l’interesse di visitatori e studiosi.
Un’isola sospesa nel tempo: storia e spiritualità
L’Isola di San Giulio si distingue per la sua atmosfera quasi fuori dal tempo, dove la presenza umana è limitata a un piccolo, ma influente, gruppo di religiose. Secondo la leggenda, originariamente l’isola era uno scoglio infestato da mostri e serpi, finché nel 390 San Giulio, attraversando miracolosamente le acque con il suo mantello, li scacciò definitivamente. Fu proprio lui a fondare sull’isola una chiesa che divenne il fulcro di un importante centro evangelico per l’intera regione.
Oggi l’isola è ancora un punto di riferimento spirituale grazie alla presenza della Basilica romanica e al suggestivo percorso chiamato “Via del silenzio e della meditazione”: un cammino che invita alla riflessione interiore mentre si ammirano capolavori dell’architettura locale come il Palazzo dei Vescovi e diverse ville private, tra cui la rinomata Villa Tallone, sede di concerti di musica classica.

Un’isola davvero unica – misteriditalia.it
Per i visitatori sono disponibili anche un ristorante con terrazza panoramica sul lago e un negozio di souvenir, che permettono di vivere l’esperienza dell’isola senza interferire con la tranquillità delle sue abitanti.
Le monache dell’abbazia Mater Ecclesiae: custodi di fede e cultura
Le uniche residenti dell’Isola di San Giulio sono le monache benedettine dell’Abbazia Mater Ecclesiae, che vi si sono stabilite dal 1973. L’abbazia è aperta ai fedeli tutto l’anno e ospita spesso gruppi religiosi in visita. Tra le figure più emblematiche della comunità vi è stata la badessa e scrittrice Anna Maria Canopi, guida spirituale fino al 2018, oggi sostituita da Maria Grazia Girolimetto.
Attualmente, sul’isola dimorano circa settanta monache benedettine, fedeli alla tradizione di Guglielmo da Volpiano, nato proprio sull’isola nel 962 e promotore della rapida diffusione del monachesimo in Europa. Il loro lavoro non si limita alla preghiera e alla clausura; esse si dedicano infatti con impegno a ricerche su testi antichi e traduzioni, al restauro di tessuti storici e alla confezione di paramenti liturgici, attività che coniugano fede e cultura in un legame imprescindibile.
Un secondo monastero, il Regina Pacis, ospita un gruppo più piccolo di 14 monache, contribuendo a mantenere viva la tradizione monastica sull’isola.
L’isola di San Giulio nella cultura e nel cinema
Nonostante la riservatezza della vita monastica, l’Isola di San Giulio ha attirato l’attenzione anche del mondo artistico e culturale. Il regista Giuseppe Tornatore l’ha scelta come location per il film La corrispondenza, sfruttando l’atmosfera sospesa e silenziosa dell’isola per arricchire la narrazione cinematografica.
L’Isola di San Giulio rappresenta così un unicum nel panorama italiano: un’isola dove la storia millenaria, la fede e la cultura si intrecciano in un contesto paesaggistico di rara bellezza, custodita con dedizione da una comunità di monache che continua a vivere in clausura, mantenendo viva una tradizione secolare nel cuore del Lago d’Orta.
L'isola dove vivono solo monache - misteriditalia.it












