Negli ultimi anni, l’interesse verso gli UFO e i programmi governativi dedicati al loro studio ha subito un’impennata significativa, alimentata da rivelazioni ufficiali e da nuovi documenti desecretati.
Un’inchiesta del New York Times ha riportato all’attenzione pubblica un programma del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il Programma Avanzato per l’Identificazione delle Minacce Aerospaziali (AATIP), attivo tra il 2007 e il 2012, finanziato con un budget di 22 milioni di dollari.
Il ruolo dell’AATIP e le figure chiave del progetto
Il progetto AATIP, nato su iniziativa del Senatore Harry Reid e sostenuto dal miliardario Robert Bigelow, imprenditore noto per la sua azienda specializzata in moduli gonfiabili per lo spazio, ha avuto l’obiettivo di analizzare e valutare gli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati, con un’attenzione particolare alle potenziali minacce aerospaziali. Bigelow è una figura di spicco nel panorama legato agli UFO, convinto dell’esistenza di forme di vita extraterrestri che avrebbero già visitato la Terra.
Luis Elizondo, ex funzionario dell’intelligence militare e direttore del programma, si è dimesso nel 2017, denunciando la segretezza e la reticenza del governo statunitense nel divulgare informazioni sul tema. Elizondo ha sottolineato che diversi episodi di avvistamenti, anche da parte di personale militare, non trovano spiegazioni scientifiche o tecnologiche convenzionali, alimentando il dibattito pubblico sull’argomento.

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Video e avvistamenti: tra spiegazioni scientifiche e mistero
Tra il materiale reso pubblico dal Dipartimento della Difesa, spiccano alcuni video che mostrano incontri ravvicinati tra velivoli militari, come il Super Hornet F/A-18, e oggetti volanti non identificati. Questi filmati hanno scatenato un acceso dibattito tra esperti e appassionati. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la presenza di un programma governativo dedicato a tali studi non costituisce una prova certa dell’esistenza di visitatori extraterrestri.
James Oberg, noto per il suo ruolo di “debunker” nel campo degli UFO, e Sara Seager, astrofisica del MIT specializzata nello studio delle atmosfere planetarie, hanno ribadito che molteplici fenomeni inspiegabili possono essere attribuiti a tecnologie terrestri avanzate, spesso sviluppate segretamente da potenze come Russia, Cina e Stati Uniti stessi. Seager ha evidenziato che il fatto di non comprendere immediatamente la natura di un oggetto non implica automaticamente un’origine aliena, ma invita a un’analisi rigorosa e scientifica.
Un’eredità di studi e casi irrisolti
La storia degli studi sugli UFO negli Stati Uniti è lunga e complessa. Già nel 1947 l’aviazione americana avviò una serie di indagini che durarono fino al 1969, culminando nel celebre Project Blue Book. Questo progetto concluse che la maggior parte degli avvistamenti poteva essere spiegata con fenomeni naturali o tecnologie terrestri, come stelle, nuvole, aerei convenzionali o velivoli spia. Tuttavia, circa 700 casi rimasero senza una spiegazione definitiva, mantenendo vivo il fascino e il mistero intorno a questi fenomeni.
Nel contesto attuale, la riapertura del discorso sugli UFO e la trasparenza crescente da parte delle istituzioni americane contribuiscono a un confronto più approfondito e meno stigmatizzato sull’argomento, in cui la scienza e l’intelligence militare cercano di distinguere tra fenomeni reali potenzialmente pericolosi e semplici fraintendimenti o errori di identificazione.
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