Un team di astronomi ha individuato una straordinaria “fabbrica di stelle” in una galassia lontanissima, capace di generare nuovi astri a un ritmo fino a 200 volte superiore rispetto alla nostra Via Lattea.
La scoperta, resa possibile dalle osservazioni del radiotelescopio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), potrebbe offrire nuove risposte sul processo di crescita rapidissima delle prime galassie dell’Universo.
MACS0416_Y1, la galassia che arriva da 13 miliardi di anni fa
La protagonista dello studio è la galassia MACS0416_Y1 (Y1), osservata com’era oltre 13 miliardi di anni fa, a un’epoca vicinissima al Big Bang. Grazie alla sensibilità di ALMA, composto da 66 antenne sulle Ande cilene, i ricercatori hanno misurato la temperatura della polvere cosmica al suo interno: circa 90 Kelvin, pari a -180 °C.
Un valore sorprendentemente alto per una galassia così giovane, che suggerisce condizioni ambientali molto più “estreme” rispetto a quelle osservate nell’Universo di oggi. La presenza di questa polvere “surriscaldata” rappresenta un indizio fondamentale per comprendere come si formavano le prime generazioni di stelle, in un contesto dominato da densità elevate di gas, intensi campi di radiazione e una composizione chimica ancora primitiva.
Una produzione stellare da record
Secondo i dati raccolti, Y1 forma nuove stelle per oltre 180 masse solari all’anno, contro la singola massa solare prodotta mediamente dalla Via Lattea nello stesso periodo. Un ritmo eccezionale che colloca Y1 tra le galassie più attive mai osservate e che conferma come nell’Universo primordiale episodi di formazione stellare “esplosivi” fossero molto più frequenti. A sorprendere è anche l’enorme quantità di polvere e metalli presenti nella galassia: diversi milioni di masse solari di polvere, un valore insolitamente elevato per un sistema così giovane. Questo dato mette in discussione i modelli tradizionali di evoluzione galattica, secondo cui la produzione di elementi pesanti richiederebbe tempi molto più lunghi.

La Galassia risalente a 13.000 anni fa
Un passato ancora più misterioso
Per spiegare questa abbondanza, il team guidato da Yoichi Tamura (Università di Nagoya) ipotizza che Y1 abbia già attraversato una fase precedente di formazione stellare estrema, oggi non più rilevabile. Un “pre-burst” che avrebbe arricchito la galassia di polvere e metalli, rendendo possibili le condizioni osservate oggi. Le immagini ad alta risoluzione di ALMA confermano che Y1 non è un caso isolato, ma sembra rappresentare una categoria di galassie iperattive tipiche del primo Universo. Come sottolinea Tom Bakx della Chalmers University of Technology, “stiamo osservando un’epoca in cui la produzione di stelle era molto più intensa rispetto a oggi”.
Perché questa scoperta è importante
Se galassie come Y1 fossero state comuni nell’Universo primordiale, potrebbero spiegare sia la rapida crescita osservata nelle galassie più antiche, sia l’enigmatica “polvere in eccesso” rilevata dagli astronomi. Inoltre, una piccola quantità di polvere calda può produrre una luminosità paragonabile a grandi quantità di polvere fredda, influenzando il modo in cui interpretiamo i dati sulle prime galassie.
La scienza ha scoperto una nuova galassia






