La figura di Jane Toppan, nata Honora Kelley nel 1854, continua a suscitare interesse e orrore come uno dei casi più emblematici di assassina seriale negli Stati Uniti.
Conosciuta anche come “Jolly Jane” e definita un “angelo della morte”, Toppan è stata responsabile di almeno 31 omicidi, molti dei quali commessi durante la sua attività di infermiera privata.
La sua vicenda, che si intreccia con temi di abusi, follia e sadismo, è stata recentemente oggetto di rinnovata attenzione da parte di studiosi e appassionati di criminalistica.
Il caso di Jane Toppan: l’angelo della morte
Jane Toppan nacque a Boston il 31 marzo 1854 da genitori immigrati ebrei. La sua infanzia fu segnata da tragedie familiari: la madre morì di tubercolosi quando Jane era ancora una bambina, e il padre, Peter Kelley, descritto come eccentrico e dipendente dall’alcol, abbandonò le figlie in un orfanotrofio nel 1863.

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Le condizioni in cui furono trovate Jane e la sorella Delia facevano presupporre negligenza e possibili abusi. Da quel momento, Jane assunse il cognome Toppan, quello della famiglia per cui lavorò come domestica, ma mai adottata ufficialmente.
Nonostante una vita segnata da isolamento e problemi psicologici, Jane manifestava un carattere ambiguo: negava le sue origini ebreo-immigrate e si esprimeva con toni antisemiti nei circoli protestanti che frequentava. La sua figura rimaneva marginale, priva di legami affettivi duraturi, e non si sposò mai né ebbe figli.
A partire dal 1885, Jane Toppan iniziò a lavorare come infermiera, prima al Cambridge Hospital e poi al Massachusetts General Hospital, dove, nonostante un diploma, non ottenne mai la licenza medica a causa di prescrizioni farmacologiche errate e sospette.
La sua attività si trasformò presto in un pericoloso esperimento: somministrava dosi variabili di morfina, atropina e stricnina ai pazienti, osservandone le reazioni e spesso uccidendoli. Il suo metodo era peculiare: dopo aver avvelenato le vittime, le abbracciava nel letto mentre morivano, un gesto che secondo le confessioni successive le procurava un piacere sadico.
Tra il 1895 e il 1901, Toppan intensificò la sua attività criminale, colpendo sia pazienti conosciuti che estranei. Tra le vittime vi furono persone molto vicine a lei, come la sorella Elizabeth Brigham e la famiglia di Alden Davis, con cui visse brevemente. Jane commetteva anche furti di modesta entità, senza mai attirare sospetti e mantenendo un’apparenza di cordialità che le valse il soprannome di “Jolly Jane”.
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