L’omicidio di Mino Pecorelli continua a suscitare interesse. Uomo stimato e apprezzato ha lasciato un impronta indelebile nel giornalismo.
Il delitto avvenne il 20 marzo 1979 in via Orazio, nel quartiere Prati di Roma, e resta uno dei casi più controversi della storia giudiziaria italiana. Nel 2019 la sorella di Pecorelli, Rosita, ha avanzato una nuova istanza per la riapertura delle indagini, basata su elementi che avrebbero potuto far luce su un possibile collegamento con testimonianze di ex estremisti di destra.
Nel 2019 Rosita Pecorelli ha incaricato l’Avvocato Valter Biscotti di depositare presso la Procura di Roma una nuova istanza per riaprire il caso. La richiesta si fondava su una vecchia dichiarazione rilasciata nel 1992 da Vincenzo Vinciguerra, ex terrorista di estrema destra, raccolta dal Giudice Guido Salvini. In quella testimonianza Vinciguerra indicava di conoscere chi avrebbe custodito la pistola con cui fu assassinato Pecorelli. Tuttavia, gli accertamenti effettuati all’epoca dalla procura capitolina non avevano prodotto sviluppi concreti.
Il caso del giornalista Mino Pecorelli: uno degli omicidi più controversi della storia italiana
Il 20 marzo 1979, Mino Pecorelli fu assassinato con quattro colpi di pistola, tre alla schiena e uno in bocca, sparati da distanza ravvicinata con un’arma dotata di silenziatore. Il delitto avvenne poco dopo che il giornalista aveva lasciato la redazione di Op per salire sulla sua auto parcheggiata in via Orazio.

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La rivista diretta da Pecorelli era nota per le sue inchieste scomode e per la pubblicazione di retroscena politici e servizi riservati. Le indagini sull’omicidio hanno attraversato diverse fasi: una prima archiviazione a Roma nel 1991, la riapertura nel 1993 e il trasferimento delle indagini a Perugia.
Tra gli indagati c’erano figure di spicco come Giulio Andreotti, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Calò, Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati. Il processo che sfociò dalle indagini si concluse in Cassazione con l’assoluzione piena e definitiva di tutti gli imputati.
La vicenda del giornalista ha suscitato particolare clamore mediatico e interesse nella società civile. Il suo tragico omicidio ha alimentato teorie complottiste, sospetti e dubbi. Erano anni di forte tensione e la sua morte ha fomentato congetture. Il ricordo di Pecorelli è impresso nella memoria collettiva, il giornalista è, infatti, un simbolo di verità e giustizia.
Nonostante sul caso sia stata fatta chiarezza, taluni continuano porsi interrogativi sul movente che ha portato alla sua tragica scomparsa. Il clima, le tensioni, le agitazioni di quegli anni hanno contribuito a rendere il suo caso uno dei più controversi della cronaca giudiziaria italiana.
Il caso del giornalista Mino Pecorelli: uno degli omicidi più controversi della storia italiana
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