Cos’è davvero successo sul set del film Il Corvo? Il mistero della morte dell’attore Brandon Lee.
Sono passati più di trent’anni da uno degli episodi più drammatici e controversi della storia del cinema: la tragica morte di Brandon Lee sul set de Il Corvo (The Crow), un film che ha segnato un’epoca e continua a suscitare emozioni forti e dibattiti accesi, soprattutto alla luce del recente remake del 2024.
L’attore, figlio della leggenda delle arti marziali Bruce Lee, morì in un incidente sul set che ha lasciato un alone di mistero e riflessioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro cinematografici.
Il successo di Il Corvo e il contesto della tragedia
Il 13 maggio 1993, negli Stati Uniti, l’uscita di The Crow venne accolto con un entusiasmo straordinario, grazie anche a una distribuzione capillare che lo portò a essere programmato in 1537 sale, incassando quasi 12 milioni di dollari nel solo primo weekend. In Italia arrivò poco più di un anno dopo, il 22 settembre 1994, con grande attesa e un alone di inquietudine dovuto all’incidente mortale che aveva colpito il protagonista sul set. La pellicola, ispirata all’omonimo fumetto di James O’Barr del 1989, racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock che ritorna dalla morte per vendicare sé stesso e la sua fidanzata Shelley, interpretata da FKA twigs nel recente remake.
Il remake del 2024, con Bill Skarsgård e FKA twigs, ha suscitato però polemiche per la sua riscrittura della trama, ma il film originale resta un cult per la sua atmosfera cupa e la colonna sonora memorabile, oltre che per il carisma di Brandon Lee. La sua interpretazione, carica di intensità e dolore, è diventata iconica, contribuendo a immortalare il personaggio nel cuore degli appassionati di cinema e cultura pop.
Brandon Lee, figlio di Bruce Lee, era chiamato a raccogliere un’eredità pesante ma allo stesso tempo ambiva a farsi strada con le sue capacità. Nato nel 1965, Brandon aveva iniziato gli studi di arti marziali e recitazione, frequentando anche la prestigiosa scuola di Lee Strasberg. Prima di Il Corvo, aveva recitato in quattro film, guadagnandosi una reputazione promettente.
Il 17 aprile 1993, poco dopo la fine delle riprese, avrebbe dovuto sposare la fidanzata Eliza Hutton in Messico, in una cerimonia che purtroppo non si sarebbe mai celebrata. L’immagine di Eric Draven con il suo iconico abbigliamento nero, il trucco da clown macabro e la celebre battuta “Non può piovere per sempre” è rimasta impressa nell’immaginario collettivo.

Cosa è successo davvero sul set de Il Corvo: la morte di Brandon Lee – Misteriditalia.it
Il 31 marzo del 1993, durante le riprese di una scena con l’attore Michael Massee, Brandon Lee fu colpito da una pallottola sparata da una pistola di scena. Quello che doveva essere un colpo a salve si rivelò fatale: un frammento di un proiettile vero, accidentalmente rimasto incastrato nella canna, venne espulso insieme al colpo a salve, ferendo mortalmente Lee all’addome.
Nonostante l’intervento chirurgico durato sei ore, Brandon morì a soli 28 anni. La polizia aprì un’indagine per omicidio, ma le indagini conclusero che si trattò di un tragico caso di negligenza. La produzione fu citata in giudizio dalla madre di Brandon, Linda Everett, ma i dettagli del processo rimasero riservati per volontà della famiglia.
Il film venne completato con l’uso di controfigure e effetti speciali, con un budget finale che superò i 23 milioni di dollari, ma che incassò quasi 94 milioni a livello mondiale, consacrando Il Corvo come un cult immortale. Brandon Lee riposa al Lake View Cemetery di Seattle accanto al padre Bruce Lee, e sulla sua lapide è inciso un passaggio del libro Il tè nel deserto di Paul Bowles, simbolo di una vita spezzata troppo presto e di un’eredità che ancora oggi emoziona e fa riflettere: “Poiché non sappiamo quando moriremo, pensiamo alla vita come a un pozzo inesauribile. E tuttavia tutto accade solo un certo numero di volte, e un numero molto piccolo in realtà”.
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