Oltre 15 anni di crimini che hanno terrorizzato l’Italia: un mistero di un autentico fantasma, Unabomber.
A più di quindici anni dall’ultimo episodio attribuito all’Unabomber, il mistero attorno a questo enigmatico attentatore rimane irrisolto.
Le indagini, segnate da indizi sfuggenti e sospetti mai confermati, hanno lasciato dietro di sé una scia di paura e dolore, soprattutto tra le vittime più giovani.
La strategia criminale e le vittime dell’Unabomber
L’Unabomber si distinse per l’uso di ordigni esplosivi nascosti all’interno di oggetti di uso quotidiano, molti dei quali rivolti contro i bambini, un tratto particolarmente inquietante che segnò un’epoca di terrore. Un caso emblematico riguarda una bambina di nome Francesca Girardi, che nel 2003, all’età di 9 anni, rimase gravemente ferita dopo aver aperto un evidenziatore posizionato lungo il greto del fiume Piave, a San Biagio di Callalta, proprio nel giorno della Liberazione, il 25 aprile. L’ordigno nascosto all’interno esplose, causando gravissime lesioni alla mano e all’occhio destro della piccola.
Non solo gli oggetti di uso comune – come evidenziatori o bombolette di stelle filanti – venivano utilizzati per nascondere gli esplosivi, ma proprio questa modalità di azione portò a una crescente ansia nelle comunità colpite, che si trovarono a dover affrontare un nemico invisibile e imprevedibile. Le autorità hanno indagato centinaia di persone nel tentativo di dare un volto all’Unabomber, ma solo due nomi sono finiti ufficialmente nel registro degli indagati con accuse fondate.
Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 2022 la Procura di Trieste ha deciso di riaprire le indagini, tentando di sfruttare le più recenti tecnologie investigative, come l’analisi genetica e comportamentale, per cercare di mettere in relazione i residui di DNA e frammenti degli ordigni con i sospetti storici. Questa nuova fase ha riacceso l’interesse sul caso, ma non ha portato a risultati concreti.
Nel febbraio 2023, tuttavia, la procura ha richiesto e ottenuto l’archiviazione definitiva del fascicolo. Il motivo è legato alla prescrizione: i reati contestati, come le lesioni personali gravissime e gli attentati contro la pubblica incolumità, prevedono termini di perseguibilità che, a seconda della gravità, oscillano tra i 20 anni e oltre. Poiché l’ultimo attentato risale al 2006, ogni possibile azione penale è ormai preclusa. Anche nel caso in cui l’identità dell’Unabomber venisse finalmente accertata, non sarebbe più possibile procedere penalmente.
Il caso dell’Unabomber rappresenta ancora oggi un capitolo oscuro nella storia della sicurezza pubblica italiana, segnato da una serie di attacchi che hanno lasciato un segno indelebile nelle comunità colpite e nelle vite delle vittime. Nonostante gli sforzi investigativi e le tecnologie avanzate, l’identità del misterioso attentatore rimane un enigma irrisolto.
Unabomber, 15 anni di crimini senza risposta - Misteriditalia.it 











