I Misteri

Perchè il livello del mare si innalzerà ancora di due metri: il mistero (che allarma la scienza)

Livello del mare, preoccupazioneEsperti preoccupati per il livello del mare - (misteriditalia.it)

Gli ultimi studi scientifici evidenziano rischi crescenti per le città costiere e gli ecosistemi marini. I dati

Il fenomeno dell’innalzamento del livello del mare continua a destare crescente preoccupazione a livello globale, con studi sempre più dettagliati che indicano la possibilità di un rialzo fino a 2 metri entro la fine del secolo.

Le implicazioni per le città costiere e gli ecosistemi marini sono gravissime e spingono la comunità scientifica a monitorare con attenzione i processi che alimentano questa tendenza, in particolare lo scioglimento della calotta antartica occidentale.

La fragilità della calotta antartica occidentale e i rischi per il futuro

Tra i fattori più critici che determinano l’innalzamento del livello dei mari figura la West Antarctic Ice Sheet (WAIS), la calotta glaciale dell’Antartide occidentale. Questa massa di ghiaccio contiene acqua sufficiente a far crescere il livello degli oceani di circa 5 metri, modificando drasticamente le linee costiere mondiali. La questione cruciale riguarda la velocità con cui questo processo potrà verificarsi.

Studi mare

Gli studi sul mare – (misteriditalia.it)

Già nel 2014 la NASA aveva rilevato una “ritirata irreversibile” di una porzione significativa della WAIS. I ghiacciai che scorrono verso il mare stanno perdendo ghiaccio a un ritmo superiore a quello compensato dalle nevicate. In caso di collasso di questi ghiacciai, l’innalzamento del mare potrebbe superare il metro, con pesanti ripercussioni soprattutto nelle aree costiere più vulnerabili.

La particolare vulnerabilità della calotta antartica occidentale è legata alla sua struttura geologica: il ghiaccio poggia su un bacino roccioso sotto il livello del mare, a differenza della maggior parte della calotta orientale. Le piattaforme di ghiaccio galleggianti, note come ice shelf, fungono da barriere naturali che rallentano la discesa del ghiaccio verso l’oceano. Tuttavia, l’ingresso di acque relativamente calde sotto queste piattaforme le assottiglia e sposta all’interno la cosiddetta “grounding line”, ovvero il punto in cui il ghiaccio si stacca dal fondale e inizia a galleggiare.

Questo fenomeno accelera la frammentazione delle piattaforme e, di conseguenza, la velocità di scorrimento dei ghiacciai verso il mare, alimentando un processo noto come instabilità della calotta marina. Negli ultimi anni è emersa anche l’ipotesi della “marine ice cliff instability”, secondo cui alte scogliere di ghiaccio, una volta esposte, potrebbero crollare a catena, provocando un innalzamento superiore a un metro entro il 2100 solo dall’Antartide.

Secondo le stime più recenti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il livello medio globale del mare potrebbe salire tra mezzo metro e un metro entro il 2100, considerando tutte le fonti di contributo: Antartide, Groenlandia, ghiacciai montani e dilatazione termica degli oceani.

Tuttavia, scenari che includono processi come la “marine ice cliff instability” portano a previsioni di innalzamento più consistenti, fino a 2 metri entro la fine del secolo. Questo scenario estremo, pur con incertezze sulla tempistica, rappresenta un rischio concreto per le metropoli costiere, da Venezia a New York, dove la differenza sarà tra un adattamento impegnativo ma possibile e trasformazioni rapide e radicali, difficili da gestire.

L’innalzamento del livello del mare è influenzato da molteplici variabili, tra cui la velocità di fusione delle calotte, le emissioni di gas serra e l’efficacia delle politiche climatiche globali. Alcuni climatologi stimano che un aumento di 2 metri potrebbe avvenire tra il 2100 e il 2150, ma i trend in accelerazione degli ultimi vent’anni suggeriscono che potrebbe verificarsi anche prima, se non si interviene con urgenza.

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