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Lizzie Borden: la donna che uccise le sue vittime a colpi d’ascia

Lizzie Borden: chi era e perché uccidevaLizzie Borden: la donna che uccise le sue vittime a colpi d'ascia -misteriditalia.it

Lizzie Andrew Borden rimane una delle figure più enigmatiche e discusse della storia criminale americana.

La sua vicenda è legata a un duplice omicidio consumato nel 1892, quando vennero uccisi a colpi d’ascia il padre Andrew e la matrigna Abby.

Nonostante le prove circostanziali e gli indizi a suo carico, il processo si concluse con una sentenza di assoluzione che continua a suscitare dibattito ancora oggi.

Lizzie Borden: la donna che uccise le sue vittime a colpi d’ascia

La famiglia Borden abitava in una modesta abitazione di Fall River, Massachusetts, dove Andrew Borden, uomo ricco ma noto per la sua avarizia, viveva con la seconda moglie Abby, le due figlie Emma e Lizzie e la domestica Bridget Sullivan. Andrew, proprietario di banche, terreni e fattorie, era famoso per la sua parsimonia quasi maniacale: non esitava a vendere personalmente le uova delle sue galline e aveva rinunciato a servizi essenziali come l’acqua corrente e il bagno in casa.

Lizzie Borden storia vera

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Questo clima di ristrettezze e tensioni familiari alimentava il malcontento, specialmente in Lizzie, che non aveva mai accettato il matrimonio del padre con Abby dopo la morte della madre Sarah.

Emma e Lizzie, entrambe scapole, conducevano una vita piuttosto isolata, in una casa priva di comfort e segnata da continue tensioni. Andrew, per risparmiare, aveva venduto la carrozza e il cavallo e aveva addirittura distrutto i piccioni della famiglia in seguito a un furto, gesto che aveva profondamente amareggiato Lizzie.

La mattina del 4 agosto 1892 si svolse nella normalità fino a quando Lizzie trovò il padre Andrew morto con numerosi colpi d’ascia in testa, poco dopo che era stato ucciso anche Abby nella sua stanza. La domestica Bridget Sullivan, chiamata da Lizzie per chiedere aiuto, assistette all’arrivo del medico di famiglia e di una vicina, che scoprirono il duplice omicidio. Le vittime presentavano ferite multiple e violente, che testimoniavano un’aggressione brutale.

L’autopsia rivelò che Abby era stata uccisa almeno un’ora prima del marito, rendendo difficile l’ipotesi che un estraneo fosse rimasto nascosto in casa per tutto quel tempo. Le testimonianze confermarono la presenza esclusiva di Lizzie e Bridget, con quest’ultima priva di moventi. Invece, Lizzie e la sorella Emma erano le eredi del patrimonio di Andrew, un possibile motivo per il delitto.

L’arma del delitto, un’ascia perfettamente pulita, fu trovata in casa, così come un vestito che Lizzie era stata vista bruciare e che non fu mai più ritrovato. Questi elementi sembravano inchiodare Lizzie, ma la difesa sostenne che una donna non avrebbe potuto infliggere tanta violenza: Abby ricevette 18 colpi, Andrew 13. L’avvocato difensore sottolineò anche la reputazione di Lizzie, nota per la sua condotta irreprensibile, dedita alla beneficenza e impegnata in attività religiose.

Dopo il processo, che concluse con l’assoluzione di Lizzie, la donna si ritirò in una vita relativamente riservata. Tuttavia, nel 1895 tornò agli onori della cronaca per un’accusa di furto di porcellane da una galleria d’arte di Providence. Pur senza denuncia ufficiale, Lizzie confessò il reato, gesto che gettò un’ombra sulla sua immagine pubblica. Lizzie Borden morì nel 1927, lasciando un’ingente eredità a parenti, amici e alla Lega per la protezione degli animali.

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