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La storia di Albert Henry De Salvo e la sua furia omicida tra perversioni e ossessioni

Albert Henry De Salvo: mito o realtà?La storia di Albert Henry De Salvo e la sua furia omicida tra perversioni e ossessioni (Fonte @Nove) -misteriditalia.it

La figura di Albert Henry De Salvo, tristemente noto come lo strangolatore di Boston, continua a suscitare interesse a oltre sei decenni dai suoi crimini.

Considerato uno dei primi serial killer degli Stati Uniti dopo Jack lo Squartatore, De Salvo seminò il terrore in Massachusetts con una serie di delitti a sfondo sessuale che sconvolsero la città e i suoi dintorni.

Il 3 novembre 1964 segnò la sua cattura, ma il suo nome è rimasto impresso nella storia criminale americana per la crudeltà e la perversione che caratterizzarono i suoi omicidi.

La furia omicida tra ossessioni e modus operandi

Il racconto degli omicidi di De Salvo inizia il 14 giugno 1962 a Boston, nel quartiere storico di Gainsborough Street, dove venne trovata senza vita Anna Slesers, 55 anni. La donna, che conduceva una vita riservata e amava la musica classica, fu strangolata con un fiocco attorno al collo e lasciata quasi in una posa teatrale, elemento che già allora destò inquietudine tra gli investigatori.

La storia Albert Henry De Salvo, lo strangolatore di Boston

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Pochi giorni dopo, il 30 giugno, a circa 15 chilometri di distanza a Lynn, venne assassinata in condizioni simili Helen Blake, 65 anni, strangolata con calze di nylon e senza segni di effrazione. Nel giro di poche ore, un altro omicidio scosse la comunità: Nina Nichols, 68 anni, fisioterapista in pensione, venne trovata strangolata e stuprata nella sua abitazione di Commonwealth Avenue.

Questi delitti, accomunati da un modus operandi inquietante – l’assenza di effrazione, la posa delle vittime e i segni di strangolamento con oggetti inconsueti – iniziarono a far pensare a un unico autore. Tuttavia, per molto tempo la polizia di Boston, guidata dal capo della sezione omicidi John Donovan, sostenne la tesi che si trattasse di episodi isolati, opera d

Non tutti condividevano la linea ufficiale delle indagini: la giovane giornalista del Record American, Loretta McLaughlin, fu tra le prime a sollevare dubbi sull’assenza di collegamenti tra i casi. La sua convinzione era che fosse improbabile che tre persone diverse avessero lasciato la stessa macabra firma nei delitti. Fu proprio lei a coniare il soprannome “lo strangolatore di Boston”, un’etichetta che avrebbe segnato la percezione pubblica di quegli eventi.

La paura si diffuse rapidamente tra le donne della città, molte delle quali iniziarono a dotarsi di coltelli a serramanico e a cambiare le proprie abitudini di vita. Il mercato di serrature e lucchetti registrò un’impennata notevole, mentre molte donne che vivevano da sole decisero di trasferirsi temporaneamente da amici o parenti per sentirsi più al sicuro.

La pressione sociale e mediatica costrinse le autorità a intensificare le indagini, ma la caccia al killer si rivelò lunga e complessa. L’arresto di De Salvo avvenne il 3 novembre 1964, ma la sua identità come strangolatore non fu immediatamente riconosciuta. Inizialmente, De Salvo confessò di essere l’autore di una lunga serie di stupri, ma la polizia era scettica riguardo alla sua responsabilità negli omicidi

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