Amelia Earhart, il mistero dell'ultimo volo sull'oceano - Misteriditalia.it / Credits: Instagram @Ameliaearhartofficial
Cosa accadde davvero nell’ultimo volo di Amelia Earhart: anni di ricerche senza conclusioni, un mistero lungo decenni.
A quasi novant’anni dalla scomparsa, il mistero che avvolge l’ultimo volo di Amelia Earhart continua ad affascinare storici, appassionati di aviazione e investigatori.
Icona del coraggio e del femminismo, la celebre aviatrice statunitense scomparve nel 1937 durante un tentativo audace: completare il primo giro del mondo in aereo lungo una rotta di oltre 47.000 chilometri vicino all’equatore. Nonostante decenni di ricerche, il destino di Earhart e del suo copilota Fred Noonan rimane avvolto nell’ombra, con varie ipotesi che si intrecciano tra realtà storica e teorie suggestive.
Nata il 24 luglio 1897 ad Atchison, nel Kansas, Amelia Earhart fin da giovane mostrò un temperamento avventuroso e un’aspirazione a sfidare i ruoli tradizionali delle donne. Dopo aver preso il brevetto di volo nel 1923, stabilì numerosi record, tra cui quello di prima donna a sorvolare l’oceano Atlantico in solitaria e a collegare con un volo diretto Oakland e Honolulu, così come Los Angeles e Città del Messico.
Nel 1937, Earhart decise di compiere un’impresa senza precedenti: la circumnavigazione aerea del globo. Dopo un incidente che danneggiò gravemente il suo Lockheed Model 10 Electra, l’aereo fu riparato e il 1° giugno iniziò il viaggio da Miami, insieme al navigatore Fred Noonan, esperto conoscitore del Pacifico. Dopo vari scali, il 2 luglio si alzarono in volo da Lae, Papua Nuova Guinea, diretti all’isola Howland, un piccolo atollo sperduto nel Pacifico, punto cruciale per proseguire la rotta.
Nonostante la presenza del cutter USC-GC Itasca, incaricato di assistere via radio il volo, le comunicazioni si rivelarono drammaticamente inefficienti. La radio di bordo riuscì a inviare segnali, ma le risposte furono quasi inesistenti. In una delle ultime trasmissioni si udirono parole disperate: «Itasca, dovremmo essere sopra di voi, ma non riusciamo a vedervi. Il carburante si sta esaurendo». Pochi minuti dopo, il contatto si perse definitivamente e il velivolo fu dichiarato disperso in mare.
La scomparsa di Amelia ha generato nel tempo diverse teorie, alcune delle quali alimentate da misteriose interpretazioni e speculazioni geopolitiche. Una delle ipotesi più controverse suggerisce che Earhart e Noonan fossero impegnati in una missione di spionaggio per fotografare basi militari giapponesi nel Pacifico, poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Secondo questa versione, l’Electra sarebbe stato abbattuto o costretto ad atterrare da forze nipponiche nelle isole Marshall, e da lì sarebbe partito l’interesse segreto del governo statunitense a proseguire le ricerche.
L’ultimo volo di Amelia Earhart – Misteriditalia.it / Credits: Instagram @Ameliaearhartofficial
Un’altra teoria sostenuta da esperti e appassionati, in particolare dal gruppo TIGHAR (The International Group for Historic Aircraft Recovery), ipotizza che l’equipaggio non riuscì a trovare Howland e si diresse verso l’atollo di Nikumaroro, dove avrebbe effettuato un atterraggio di emergenza. Secondo questa ricostruzione, Earhart e Noonan potrebbero essere sopravvissuti per un certo tempo come naufraghi, per poi perire senza essere mai ritrovati.
Le ricerche sul campo hanno portato al ritrovamento di alcuni reperti suggestivi: una custodia per sestante, ossa umane, una scarpa simile a quella indossata dall’aviatrice, bottoni e cerniere di giacca da pilota e frammenti di alluminio riconducibili a un aereo. Questi indizi sono stati analizzati dall’Università del Tennessee e pubblicati nel 2025 sulla rivista Forensic Anthropology, sostenendo la possibile attribuzione dei resti a Earhart.
Dal 2002, diverse spedizioni, tra cui quelle finanziare dalla National Geographic Society e dal TIGHAR, hanno impiegato sonar ad alta tecnologia per scandagliare il fondale marino nei pressi di Howland e Nikumaroro, ma senza rinvenire prove definitive. Le profondità oceaniche, che raggiungono circa 5.500 metri in quella zona, rappresentano una sfida enorme per la localizzazione di eventuali relitti. Nonostante gli sforzi tecnologici e scientifici, la verità sul destino di Amelia Earhart e Fred Noonan rimane un enigma.
Il fascino della sua figura, simbolo di audacia e indipendenza, e il mistero di quel volo perduto continuano a stimolare nuove ricerche e a mantenere viva l’attenzione di un pubblico globale. Le recenti analisi e le nuove spedizioni di ricerca testimoniano un impegno costante, ma anche le difficoltà intrinseche nel risolvere uno dei più grandi misteri dell’aviazione del XX secolo. Il mondo continua a interrogarsi su cosa accadde realmente durante quell’ultimo volo nel vasto e insondabile Oceano Pacifico.