Il mistero che avvolge il caso di Annalaura Pedron rimane uno dei più inquietanti e irrisolti della cronaca italiana degli ultimi decenni.
Sedici anni, studentessa brillante e appassionata di giornalismo, Annalaura viveva in una tranquilla cittadina del Friuli-Venezia Giulia. La sua vita è stata travolta da un evento oscuro e da un contesto che ancora oggi alimenta dubbi e sospetti: la setta Telsen Sao.
Il caso mai risolto di Annalaura Pedron: i dubbi sulla setta, i misteri e i segreti oscuri che hanno terrorizzato il mondo
Alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, in un ambiente apparentemente pacifico come quello di Pordenone, iniziarono a emergere le prime ombre di un fenomeno che avrebbe segnato profondamente la vita di Annalaura.

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Tutto ebbe origine da Renato Minozzi, un uomo che dichiarò di aver vissuto esperienze extracorporee durante un coma. Da queste esperienze nacque la Telsen Sao, un gruppo che si presentava come un centro spirituale ma che in breve tempo si trasformò in una vera e propria setta, attirando al suo interno imprenditori, insegnanti e intellettuali locali.
Annalaura Pedron entrò nel gruppo inizialmente per curiosità, ma l’influenza della setta la portò a un isolamento progressivo. Abbandonò la scuola, gli amici e le sue passioni, allontanandosi sempre più dalla famiglia.
I genitori cercarono in tutti modi di salvarla, passando da atteggiamenti decisi a tentativi di dialogo più morbidi, ma la ragazza sembrava ormai persa in un mondo fatto di riti enigmatici, tute mimetiche, viaggi astrali e un linguaggio criptico che, secondo Minozzi, proveniva da civiltà extraterrestri.
Dopo anni di permanenza nella setta, Annalaura sembrò finalmente allontanarsene, ritrovando parte della sua vita e dei suoi affetti. Nel 1988, a soli 21 anni, trovò un lavoro come babysitter e sembrava determinata a ricostruire la propria indipendenza.
La mattina del 2 febbraio, però, qualcosa di terribile accadde: Annalaura fu trovata morta nell’appartamento dove lavorava. La scena del crimine era inquietante: distesa vicino a un tavolino di vetro con i pantaloni abbassati, una lampada rotta e tracce di sangue sul pavimento.
Nonostante l’apparenza, non vi furono segni di violenza sessuale, suggerendo che l’omicidio fosse stato inscenato per depistare le indagini. Gli investigatori si concentrarono rapidamente sulla setta Telsen Sao, ma i risultati furono deludenti e il caso rimase irrisolto per quasi venti anni.
Solo nel 2007, grazie a un’improvvisa riapertura delle indagini e all’analisi di reperti salvati da un’alluvione, emerse un profilo di DNA maschile: quello di David Rosset, all’epoca appena quattordicenne e figlio di due membri della setta. Le investigazioni ipotizzarono che Rosset, respinto in un tentativo di approccio da Annalaura, l’avesse uccisa, aiutato nel depistaggio dalla madre.
Rosset però rimase in silenzio durante tutto il processo e, nel 2013, venne assolto per non imputabilità, in quanto giudicato incapace di intendere e volere al momento del fatto. Nel 2016, un’ulteriore riapertura delle indagini portò all’isolamento di un altro DNA, appartenente però al bambino che Annalaura accudiva, e il fascicolo venne definitivamente archiviato.
Il caso mai risolto di Annalaura Pedron: i dubbi sulla setta, i misteri
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