Nel perimetro ancora inaccessibile attorno all’ex centrale nucleare di Chernobyl, dove edifici corrosi dal tempo convivono con una natura tornata dominante, i ricercatori hanno osservato un’anomalia che ha rapidamente attirato l’attenzione della comunità scientifica.
Alcuni cani che vivono nella zona di esclusione mostrano un manto con sfumature bluastre, una tonalità innaturale e particolarmente evidente nelle fotografie circolate online.
Questi animali, discendenti dei cani domestici abbandonati durante l’evacuazione del 1986, sono da anni oggetto di monitoraggi sanitari e genetici. La comparsa improvvisa di tale colorazione, però, rappresenta un elemento inedito e ha portato i volontari impegnati sul posto a segnalare il fenomeno come “improvviso e non ancora classificato”.
Un evento singolare che non riguarda la radioattività
La tentazione di collegare immediatamente la tonalità blu al contesto radioattivo è stata forte, ma i primi rilievi contraddicono questa ipotesi. I veterinari e gli studiosi che seguono le colonie canine non hanno rilevato né mutazioni fisiche né alterazioni cliniche che suggeriscano un legame con l’esposizione a radiazioni ionizzanti. I cani appaiono in condizioni fisiologiche normali e non mostrano sintomi compatibili con contaminazioni acute.
Il colore anomalo, spiegano gli esperti, sembra dunque provenire da un’interazione esterna piuttosto che da un processo biologico interno.

Un mistero che arriva dal silenzio di Chernobyl – misteriditalia.it
Nell’area di Chernobyl sono ancora presenti magazzini dismessi, capannoni tecnici e strutture industriali non bonificate. In queste zone, nel corso dei decenni, possono essersi accumulati composti chimici ossidati o residui pigmentati. Tra i candidati più probabili individuati al momento ci sono sali di rame e altri composti metallichi solubili, noti per la loro capacità di colorare superfici organiche quando entrano in contatto con acqua, sudore o grasso cutaneo.
Il mantello dei canidi, poroso e capace di trattenere composti esterni, può reagire con tali sostanze producendo colorazioni insolite, inclusi i toni blu-ciano rilevati nei soggetti osservati.
Un episodio comparabile è stato registrato alcuni anni fa in un’area industriale abbandonata della Russia, dove un gruppo di cani randagi assunse una colorazione simile dopo aver frequentato un impianto in cui erano ancora presenti residui di pigmenti chimici. Le analisi condotte allora esclusero qualsiasi alterazione genetica o patologia riconducibile alla pigmentazione, confermando la natura ambientale del fenomeno.
Sebbene la spiegazione chimico-ambientale sia al momento la più logica e coerente, gli studiosi continuano a eseguire campionamenti del suolo, analisi dei peli e controlli clinici per individuare la sostanza esatta coinvolta. La presenza di animali con manto blu, pur non rappresentando un allarme sanitario immediato, sottolinea ancora una volta quanto l’ecosistema di Chernobyl rimanga complesso, fragile e influenzato da residui industriali non ancora completamente compresi.
I cani di Chernobyl sono diventati blu: il motivo è sorprendente - misteriditalia.it












