I Misteri

Castelli, fantasmi e oro perduto: la leggenda dei Malatesta continua a far tremare la Romagna

Grazie alle ricerche di Carla e Ferruccio, esperti locali, emergono racconti di città sommerse, rocche medievali e antiche superstizioniLe città sommerse e il fascino dell’Atlantide adriatica(www.misteriditalia.it)

Nel cuore della Romagna, terra di storia millenaria e paesaggi incantati, si nasconde un volto meno conosciuto ma altrettanto affascinante.

Grazie alle ricerche di Carla e Ferruccio, esperti locali, emergono racconti di città sommerse, rocche medievali e antiche superstizioni che restituiscono un’immagine profonda e coinvolgente della Romagna. Questi temi si inseriscono perfettamente nel contesto attuale, dove il turismo emozionale e la valorizzazione dei borghi storici rappresentano una nuova frontiera per la scoperta del territorio.

Partendo dal confine meridionale, subito dopo la celebre Rocca di Gradara, teatro della tragica vicenda d’amore di Paolo e Francesca raccontata da Dante, si aprono scenari misteriosi lungo la costa. Conca, antica città sommersa, rappresenta un enigma ancora irrisolto. Tra Misano e Cattolica, infatti, si dice che sotto le acque si possano intravedere vie, palazzi, torri e statue sommerse, ma la posizione esatta resta sconosciuta. La presenza di questa città è addirittura segnalata in antiche mappe storiche.

Similmente, il promontorio di Gabicce Monte, nella suggestiva baia della Vallugola, custodisce la leggenda di Valbruna, un insediamento romano scomparso. Qui sorgeva un tempio dedicato a Giove Sereno, protettore dei naviganti, che fungeva da faro notturno grazie al suo fuoco. Valbruna è spesso definita l’“Atlantide dell’Adriatico”, poiché si racconta di resti sommersi ancora visibili attraverso le acque limpide della baia. Le scoperte archeologiche, come vasi, terrecotte e frammenti di statue, confermano la ricchezza storica del sito, sebbene l’erosione e il progressivo abbassamento del suolo rendano difficile una ricostruzione completa.

La tradizione marinara è altresì popolata da episodi carichi di pathos, come la storia del pescatore Lissén a Cattolica, la cui voce si sarebbe udita, in una notte tempestosa, bussare alla porta annunciando la sua tragica fine sotto i sassi del Monte. Questi racconti, tramandati oralmente, rappresentano un patrimonio culturale che intreccia la vita quotidiana con il mistero e la superstizione.

La Valconca e il mondo delle rocche Malatestiane

Entrando nella Valconca, la più meridionale delle vallate romagnole, si apre un paesaggio di grande fascino, solcato dal fiume Conca che nasce dal monte Carpegna e sfocia nell’Adriatico a Portoverde. Le tracce di insediamenti umani risalgono all’Età della Pietra, mentre nel medioevo la valle divenne un importante centro agricolo noto come il Granaio dei Malatesta. Antiche fiere, come quella di Morciano, documentata dal XIII secolo e ancora vivace, testimoniano la vitalità economica di queste terre.

Le rocche costruite o adattate dalla famiglia Malatesta, come quella di Gradara o Montefiore Conca, costituivano una possente cintura difensiva contro i nemici di Rimini, tra cui i Montefeltro e San Marino. Questi castelli non erano solo fortificazioni militari, ma anche residenze signorili e centri di potere che ospitarono personaggi illustri, tra cui re e papi. Il Medioevo fu un periodo di continue tensioni e conflitti, culminati nella Guerra di Urbino, che devastò la valle con assedi, saccheggi e incendi.

Durante la seconda guerra mondiale, i borghi medievali subirono ulteriori danni, come a Coriano e Gemmano, dove solo parzialmente sono sopravvissute le antiche mura. Le battaglie di Coriano, parte integrante della fase finale della Linea Gotica, rappresentano uno degli episodi bellici più significativi e sanguinosi della regione, ancora oggi commemorati attraverso musei e cimiteri di guerra.

Tra i borghi più ricchi di storia della zona spicca San Giovanni in Marignano, considerato l’antico granaio dei Malatesta e centro economico

San Giovanni in Marignano: tra storia, streghe e cultura(www.misteriditalia.it)

Tra i borghi più ricchi di storia della zona spicca San Giovanni in Marignano, considerato l’antico granaio dei Malatesta e centro economico e agricolo della signoria malatestiana. Le prime abitazioni risalgono al periodo romano (III secolo a.C. – V d.C.), con insediamenti come il Fundus Mariniani e la località di Castelvecchio. Nel Trecento, importanti opere di bonifica e dissodamento permisero la nascita del castello di San Giovanni, con mura e torri ancora visibili, e la realizzazione di centinaia di fosse granarie per la conservazione dei cereali, recentemente restaurate.

La tradizione popolare locale è ricca di aneddoti, come la storia dei “magnatudesc” (mangiatedeschi), soprannome attribuito agli abitanti in relazione ai soprusi delle truppe pontificie di lingua tedesca nel periodo della dominazione papale. Questa storia è testimonianza delle tensioni sociali che hanno caratterizzato la regione e delle forme di resistenza popolare.

Ogni anno, a San Giovanni in Marignano, si celebra la Notte delle Streghe, evento che richiama turisti e residenti nella notte tra il 23 e il 24 giugno, in coincidenza con il solstizio d’estate e la festa di San Giovanni. La figura di Artemisia, la strega buona della Valconca, alimenta il folklore locale: esperta di tarocchi e pozioni benefiche, rappresenta il lato magico e benevolo delle superstizioni romagnole, in netto contrasto con la sua antagonista, la strega della valle del Foglia, temuta per i riti oscuri attribuiti.

Il borgo vanta inoltre il prestigioso teatro Massari, uno dei più antichi della Romagna, nato da un oratorio del 1650 e restaurato dopo i danni della seconda guerra mondiale. Questo teatro è un simbolo della vitalità culturale della comunità, che promuove musica, teatro e arte in un contesto storico di grande valore.

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