Il misterioso omicidio della Dalia Nera, tra indagini senza colpevoli e nuove ipotesi: il caso Elizabeth Short riflette le ombre di Hollywood
Sono trascorsi oltre settantotto anni da quel gelido mattino del 15 gennaio 1947, quando il corpo mutilato di Elizabeth Ann Short, nota al grande pubblico come La Dalia Nera, fu rinvenuto in un terreno abbandonato di Leimert Park, quartiere periferico di Los Angeles. Il caso, una delle indagini più vaste e intricate nella storia della polizia americana, rimane tuttora uno dei più celebri misteri irrisolti degli Stati Uniti.
Negli ultimi anni, nuove rivelazioni e analisi hanno riacceso l’interesse attorno alla figura di Elizabeth, a cui si sono aggiunte nuove interpretazioni critiche e approfondimenti sul contesto storico e sociale della Los Angeles degli anni Quaranta.
I retroscena della vita di Elizabeth Short, la Dalia Nera
Nata a Boston il 29 luglio 1924, Elizabeth Short trascorse un’infanzia segnata da difficoltà familiari e problemi di salute, come l’asma. La separazione dei genitori portò la madre a trasferirsi nel Massachusetts con le figlie, mentre Elizabeth, ancora giovane, decise di tentare la fortuna a Los Angeles, la città simbolo del sogno americano e del cinema. Qui, però, la sua vita prese una piega drammatica: dopo alcune esperienze lavorative e personali turbolente, incluso un fidanzamento con il maggiore Matthew M. Gordon Jr., morto tragicamente in un incidente aereo, Elizabeth si trasferì nuovamente a Hollywood nel 1946, desiderosa di intraprendere la carriera di attrice. Il soprannome “Dalia Nera” derivava dalla sua passione per il film noir The Blue Dahlia di Raymond Chandler e dalla sua predilezione per abiti scuri e stile sofisticato.

Scarlett Johannsson protagonista del film Black Dahlia foto: Facebook @Scarlett Johannsson Fans – (misteriditalia.it)
L’ultima volta che Elizabeth Short fu vista viva fu la sera del 9 gennaio 1947, nel salone del Millennium Biltmore Hotel di Los Angeles. Sei giorni dopo, la scoperta del suo corpo sfigurato e brutalmente sezionato gettò la città nel terrore e lanciò uno dei casi più seguiti dai media americani.
Le autorità di Los Angeles avviarono una delle più imponenti indagini della storia criminale americana, mobilitando centinaia di agenti e interrogando migliaia di persone. Nonostante gli sforzi, il caso rimase senza colpevoli certi. Il corpo di Elizabeth presentava ferite estremamente violente, con il volto sfregiato da un taglio che ricordava il cosiddetto “Glasgow smile”: un marchio tipico della mafia, che secondo alcuni indizi potrebbe indicare un movente legato a segreti pericolosi o rapporti oscuri con ambienti criminali.
Tra i principali sospettati vi furono figure come Robert M. Manley, ultimo uomo a vedere Elizabeth viva, e Walter Alonzo Bayley, chirurgo di Los Angeles con una malattia cerebrale degenerativa. Quest’ultimo, secondo alcune ricerche giornalistiche, potrebbe aver avuto un ruolo nel delitto, anche se nessuna prova concreta è mai emersa. Un altro nome che ha catturato l’attenzione è quello di George Hodel, medico e figura controversa, accusato dalla figlia di molestie e sospettato da alcuni investigatori, incluso suo figlio Steve Hodel – ex detective – di essere l’assassino non solo della Dalia Nera ma anche di altri omicidi irrisolti.
Il caso fu segnato da numerose false piste, con almeno sessanta persone che si autoaccusarono del delitto, tra cui il soldato Joseph A. Dumais e persino il celebre cantante folk Woody Guthrie, scagionato per mancanza di prove.
Recenti documenti desecretati indicano che Elizabeth Short potrebbe essere stata incinta al momento della morte, un dettaglio che getta nuova luce sul mistero e che suggerisce che il vero segreto da nascondere fosse l’identità del padre del nascituro. Questa ipotesi collega la sua tragica fine a quella di altre giovani donne di Hollywood scomparse o uccise in circostanze sospette nello stesso periodo.
L'omicidio della Black Dahlia foto: Facebook @History Revealed - (misteriditalia.it)










