I Misteri

50 secondi per sparire: il furto lampo dell’Urlo di Munch

Urlo di MunchIl furto dell'Urlo di Munch, oltre vent'anni fa - Misteriditalia.it

In meno di 50 secondi, in un vero e proprio furto lampo, i ladri portano via uno dei dipinti più famosi di sempre.

Sono quasi oltre vent’anni dal clamoroso furto dell’Urlo di Munch dal museo di Oslo, e quella rapina rimane una delle pagine più affascinanti e misteriose nella storia dell’arte contemporanea e della sicurezza museale.

Il 22 agosto 2004, due uomini travisati penetrarono nel Munch Museum nel cuore della capitale norvegese, dando vita a un colpo lampo che lasciò il mondo intero senza fiato.

Il furto lampo di uno dei quadri più famosi del mondo

Erano le 11 del mattino quando i ladri, armati e determinati, immobilizzarono quattro guardie disarmate e costrinsero i visitatori a sdraiarsi a terra, minacciandoli con le pistole. Il loro obiettivo principale era chiaramente l’Urlo, il dipinto più iconico di Edvard Munch, simbolo universale di angoscia e paranoia. Con una semplice mossa, strapparono il quadro dal muro spezzando il cavo che lo teneva appeso. Non contenti, rubarono anche la Madonna, un’altra opera significativa dell’artista.

La fuga avvenne a bordo di un’Audi nera, con un terzo complice ad attenderli. Sorprendentemente, nessun allarme suonò durante l’episodio, aumentando così il senso di incredulità per la facilità con cui il colpo fu messo a segno. La rapidità e la spavalderia del furto generarono uno sconcerto globale: un’opera d’arte di valore inestimabile, riconosciuta ovunque, sparita in pieno giorno nel centro di Oslo. Il produttore francese François Castang, testimone oculare, raccontò di aver visto uno dei ladri tirare con forza il quadro fino a spezzare il cavo, sottolineando la semplicità dell’azione.

Non si trattava del primo furto ai danni dell’Urlo: già nel 1994, una versione precedente del dipinto, era stata sottratta con un’incursione notturna, allora conservata alla Galleria Nazionale di Oslo.  I ladri, entrati da una finestra, avevano lasciato un biglietto sarcastico che sottolineava la scarsa sicurezza del museo. Quella volta il dipinto fu recuperato pochi mesi dopo, grazie a un’operazione di polizia sotto copertura che portò all’arresto di quattro persone. Nel caso del furto del 2004, la situazione apparve più complicata. Si diffuse la paura che i dipinti potessero essere stati distrutti per cancellare ogni traccia, dato che vendere opere così note senza attirare l’attenzione delle autorità è estremamente difficile.

Urlo di Munch

Così rubarono l’Urlo di Munch in appena 50 secondi – Misteriditalia.it

Una foto sfocata scattata da un testimone in fuga rimase l’unico indizio visivo per mesi. Le indagini proseguirono con difficoltà: gli arresti arrivarono solo dopo otto mesi, ma la collocazione delle opere rimaneva un mistero. Nel giugno 2005, Oslo offrì una ricompensa di 2 milioni di corone norvegesi (circa 173mila euro attuali) per informazioni utili al recupero. L’azienda Mars si aggiunse alla ricerca con una proposta insolita: 2 milioni di caramelle M&M’s per chi avesse trovato i quadri. Nonostante queste offerte, nessuno si fece avanti.

Nel 2006 si tenne il processo: Bjørn Hoen e Petter Tharaldsen, rispettivamente di 37 e 34 anni, furono condannati a otto anni di carcere e al pagamento di una cifra astronomica come risarcimento, pari a circa 86,7 milioni di euro, corrispondente al valore stimato delle opere. Un terzo uomo, Petter Rosenvinge, ricevette una condanna più lieve per aver guidato l’auto della fuga. Il 31 agosto 2006, quasi due anni dopo il colpo, la polizia norvegese annunciò di aver recuperato i quadri, pur senza rivelare come fossero stati localizzati.

Le opere avevano subito danni minori: l’Urlo mostrava segni di umidità nell’angolo inferiore sinistro, mentre la Madonna presentava qualche strappo e foro sulla tela. Entrambi furono esposti temporaneamente prima di essere restaurati e reintegrati nella collezione. Oggi, tre delle quattro versioni esistenti dell’Urlo sono custodite nel MUNCH, il nuovo museo inaugurato nel 2021 nel centro di Oslo. L’istituzione ha adottato standard di sicurezza molto più elevati rispetto al passato. Una delle versioni è sempre visibile al pubblico, mentre le altre due riposano in ambienti oscurati, preservate con la massima cura.

Il furto del 2004 rimane un capitolo emblematico che ha segnato la storia del museo e ha contribuito a un ripensamento globale in materia di tutela delle opere d’arte. Il valore culturale e simbolico dell’Urlo di Munch ha reso quel furto non solo un crimine d’arte, ma anche un evento di grande risonanza internazionale, capace di scuotere la comunità artistica e la società civile.

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