Emergono nuovi dettagli inquietanti nel Caso Orlandi-Gregori, una vicenda che da oltre quarant’anni scuote la coscienza collettiva italiana.
Le recenti indagini e testimonianze confermano come la scomparsa delle adolescenti Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non sia stata un episodio isolato, ma parte di una più ampia e sistematica operazione di reclutamento di ragazze da usare «a scopo di ricatto» già iniziata nel 1980.
Tra le figure coinvolte spicca Antonella Fini, compagna di scuola di Mirella, che ha rivelato dettagli finora inediti, gettando luce anche sulla misteriosa morte del fratello Fausto.
La rete di reclutamento e le testimonianze di Antonella Fini
Fin dalla primavera del 1980, Marco Accetti, reo confesso e unico indagato per il sequestro delle due ragazze, era impegnato nella selezione di giovani allieve di una scuola media di via Goito, nella zona di Termini. Il suo scopo era individuare minorenni da manipolare e usare come armi di pressione. Accetti ha sempre escluso il coinvolgimento di alte cariche vaticane come Casaroli o Marcinkus, sostenendo che il gruppo agisse per conto di figure di secondo piano, ricattabili per motivi personali e compromessi, attraverso foto o video compromettenti.
Antonella Fini, oggi 59enne, è stata a lungo «attenzionata» da questa rete: pedinata, intimidita, minacciata con telegrammi inquietanti. La sua testimonianza, raccolta durante un’audizione della Commissione parlamentare d’inchiesta nel 2025, conferma le modalità di avvicinamento descritte da Accetti e aggiunge nuovi particolari. Nel marzo-aprile 1981, durante l’ora di educazione fisica in palestra, le fu sottratto il borsone contenente chiavi, libri e un diario. Due giorni dopo, un uomo telefonò a casa sua per informarla che il borsone era stato ritrovato sul cofano della sua auto. La borsa le fu riconsegnata da una ragazza mora, ma mancavano il diario e l’astuccio, segno di un’azione mirata a raccogliere informazioni personali.

Un clima di intimidazione e la strana morte del fratello Fausto (www.misteriditalia.it)
Le pressioni nei confronti di Antonella non si fermarono con il recupero della borsa. Ricevette un telegramma con la scritta «The end» e un mazzo di fiori recapitato in modo discreto, segno tangibile dell’intimidazione. Iniziarono anche telefonate da parte di un uomo identificato come «Paolo», che la contattò per circa uno o due anni, con conversazioni apparentemente innocue ma chiaramente di natura controllata e monitorata.
Il clima di terrore si intensificò fino all’estate del 1981, quando la situazione precipitò con la morte del fratello di Antonella, Fausto, avvenuta il 15 agosto a soli 21 anni. La causa ufficiale è stata indicata come una disfunzione cardiaca, ma alcune circostanze restano poco chiare. Antonella stessa ha espresso dubbi sulla natura naturale del decesso, suggerendo che potrebbe essere stato collegato a quanto lei stava vivendo.
Nuove prove e un quadro più ampio sull’«operazione ricatto»
Le rivelazioni di Antonella Fini si inseriscono in un contesto più ampio, che vede Marco Accetti protagonista di un sistema di ricatti ai danni di giovani ragazze, utilizzate inconsapevolmente come strumenti per regolare conti e fare pressione su figure di potere minori. Nel 2020, Accetti aveva già dichiarato all’autore dell’inchiesta che «nel 1981 necessitavamo di giovanissime per ricatti e pressioni» e che una sua collaboratrice di 17 anni aveva sottratto la borsa di Antonella proprio con questo intento.
Nel 2024, un nuovo memoriale presentato da Accetti approfondisce l’«operazione Fini», definendola una sorta di prova generale per il sequestro di Mirella Gregori. Entrambe le ragazze furono analizzate e avvicinate con gli stessi metodi, ma fu scelta la Gregori come vittima finale. Antonella confermò questa versione durante un’intervista nel 2023 alla Squadra Mobile, rafforzando la credibilità delle dichiarazioni di Accetti.
Un ulteriore elemento inquietante è emerso da una registrazione televisiva del 1980, recuperata da un videomaker nel 2024: Accetti, ospite di un quiz televisivo condotto da Nanni Loy, menzionò pubblicamente Antonella Fini, citandone nome e indirizzo. Un atto di intimidazione psicologica che conferma la conoscenza personale e la pressione esercitata su di lei.
Misteri irrisolti (www.misteriditalia.it)











