Un recente studio americano rivela come la musica associata ai ricordi personali attivi specifiche aree cerebrali
La musica ha da sempre affascinato per il suo potere evocativo: un brano ascoltato anni fa può riportare alla mente immagini, sensazioni e ricordi legati a momenti fondamentali della nostra vita.
Un recente studio condotto da ricercatori delle università dell’Arizona e della California, coordinati da Sarah Hennessy, pubblicato su Human Brain Mapping, ha approfondito i meccanismi cerebrali che si attivano quando ascoltiamo quella che potremmo definire la nostra canzone del cuore.
L’effetto della musica sulla memoria e l’emozione
La musica preferita non è solo una semplice sequenza di suoni: è un vero e proprio veicolo di ricordi autobiografici. Come descriveva Marcel Proust nel suo celebre Alla ricerca del tempo perduto, piccoli stimoli sensoriali come un sapore o un odore possono far riaffiorare ricordi sopiti da tempo. Allo stesso modo, una melodia legata a un momento significativo della nostra vita riesce ad attivare specifiche aree del cervello, riportandoci a quell’istante con grande vividezza.

L’effetto della musica sul nostro cervello – (misteriditalia.it)
Lo studio di Hennessy e colleghi ha evidenziato che l’ascolto di brani musicali connessi a ricordi personali induce l’attivazione di particolari circuiti cerebrali, in particolare quelli del lobo temporale postero-mediale e dell’insula, coinvolti nel circuito della salienza e della gratificazione emotiva. Questi circuiti modulano l’attenzione tra stimoli esterni, come la musica, e stimoli interni, rappresentati dai ricordi e dalle emozioni associate.
La musica, spesso legata a eventi importanti come festività, incontri sentimentali o cerimonie, può scatenare un sentimento di nostalgia. Gli psicologi definiscono la nostalgia come un’emozione complessa che aiuta a mantenere il senso di sé, a rafforzare legami sociali e a regolare altre emozioni. Tuttavia, essa porta con sé anche un velo di malinconia per un passato talvolta irrecuperabile. Un esempio concreto di questo fenomeno, nel contesto italiano, è la sigla di Carosello, che molti adulti ricordano con affetto, richiamando alla mente l’infanzia e la quotidianità familiare.
La ricerca ha coinvolto 57 soggetti statunitensi divisi in due gruppi d’età, giovani tra i 18 e i 35 anni e anziani oltre i 60. Attraverso la risonanza magnetica funzionale è stato possibile osservare come solo le musiche legate a ricordi specifici attivino determinate reti neurali, mentre altri brani, pur graditi, non suscitano la stessa risposta cerebrale.
Questo fenomeno sottolinea l’importanza di “allenare” il cervello con la musica nostalgica, soprattutto con l’avanzare dell’età. Il mantenimento attivo di questi circuiti potrebbe contribuire a rallentare il declino cognitivo e offrire nuovi approcci terapeutici per malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Infatti, studi recenti, tra cui uno condotto dall’Università di Melbourne pubblicato sull’International Journal of Geriatric Psychiatry, hanno dimostrato come l’ascolto di musica legata a ricordi personali possa migliorare temporaneamente la memoria autobiografica anche nei pazienti con declino cognitivo, beneficiando indirettamente anche i caregiver.
Per il cervello, la musica rappresenta un’essenza complessa, come sottolineava il filosofo Arthur Schopenhauer, secondo cui «le altre arti parlano solo dell’ombra, mentre la musica dell’essenza». Da un punto di vista neuroscientifico, questa essenza si suddivide in due componenti principali: la memoria della struttura sintattica musicale e la memoria del contesto associato.
La prima riguarda la comprensione e il riconoscimento delle regole e delle sequenze musicali ed è principalmente gestita dalla corteccia uditiva primaria e dal giro frontale inferiore. La seconda componente, invece, coinvolge aree cerebrali come l’amigdala e lo striato, che modulano le risposte affettive e la gratificazione, oltre all’ippocampo e al default mode network — quest’ultimo si attiva quando la mente vaga, favorendo l’elaborazione autobiografica..
Musica e cervello: lo studio - (misteriditalia.it)











