Cultura

La poesia di Neruda di cui ti innamorerai è un inno alla vita

Pablo Neruda poesiaLa poesia di Pablo Neruda

Questa poesia è forse una delle più belle scritte dal poeta. Neruda qui indica cinque punti che per lui rappresentano il nucleo stesso del vivere.

Questi elementi diventano come una mappa personale, un percorso che attraversa le varie stagioni del cuore e della natura. Al centro di tutto mette un amore che non conosce confini, considerandolo la forza primaria che sostiene e dà senso all’esistenza. Poi arriva l’autunno, che per lui non è solo una stagione, ma il simbolo del continuo cambiare: foglie che cadono, cose che finiscono e altre che cominciano.

La malinconia che non ferisce: Neruda squarcia l’anima

Quando evoca l’inverno, con il suo peso e le sue piogge, il poeta dà spazio a quel tipo di malinconia che non ferisce, ma consola e prepara a un nuovo inizio. L’estate, rappresentata attraverso la semplice immagine di un frutto maturo e pieno, diventa la stagione della gioia istintiva, della vitalità che trabocca. Ma è l’ultima radice, gli occhi della persona amata, a trasformarsi per lui in una primavera perenne, la prova che la vita può rigenerarsi all’infinito.

L’intera poesia è costruita come una conversazione intima, in cui un apparente saluto si rivela invece un omaggio alla vita stessa. Neruda oppone all’idea del silenzio finale la forza della natura e la potenza dell’affetto umano, strumenti attraverso i quali tenta di superare il timore dell’oblio. Il suo “chiedo il permesso di rinascere” diventa così una richiesta di continuare a vivere oltre ogni limite, dentro un ciclo senza fine di rinnovamento.

Neruda e il suo inno alla vita

Pablo Neruda e l’inno alla vita

Ciò che rende così intensa la sua scrittura è anche la capacità di richiamare qualcosa di universale: la consapevolezza che, pur sapendo che tutto passa, siamo comunque parte di un intreccio di memorie e relazioni che va oltre il corpo e oltre il tempo. La poesia diventa quindi una sorta di dichiarazione di resistenza dell’anima, un’affermazione che, anche quando tutto sembra tacere, rimane un desiderio ostinato di vita.

La poesia Chiedo il permesso di rinascere appare come un mosaico di immagini diverse che si uniscono per raccontare il legame profondo del poeta con ogni sfumatura dell’esistenza. È un invito a non lasciare andare ciò che rende prezioso ogni giorno, a riconoscere che ogni dettaglio, anche il più piccolo, può essere un atto d’amore verso il mondo e verso se stessi.

“Chiedo il permesso di rinascere” di Pablo Neruda

“Ora, lasciatemi in pace.
Ora, abituatevi alla mia assenza.
Io chiuderò gli occhi
e dirò solo cinque cose,
cinque radici preferite.

Una è l’amore senza fine.
La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.

La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.

La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.

La quinta sono i tuoi occhi.
Non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io tramuto la primavera
affinché tu continui a guardarmi.

Amici, questo è quanto voglio.
E’ quasi nulla ed è quasi tutto.

Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellarmi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
succede che sto per vivere.
Mai sentito così sonoro,
mai avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.

Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere”.

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