Casca sempre in piedi il superpoliziotto Gianni De Gennaro, inquisito dalla procura di Genova per i gravi fatti del G8 2001, capo della polizia bipartizan, gradito a destra come a sinistra.
Nominato commissario all’emergenza rifiuti, De Gennaro ha miseramente fallito il suo compito, ma ha avuto l’abilità di salvarsi, considerando che negli ultimi 15 anni tutti quelli che hanno avuto a che fare con l’affaire monnezza in Campania si sono bruciati.
Il 14 giugno De Gennaro ha assunto la guida dei servizi segreti italiani, come direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, l'ex Cesis oggi .Dis, organismo che dovrebbe avere, almeno sulla carta, una funzione di reale coordinamento tra i due servizi, quello militare e quello civile. (CONTINUA...)
“Errare humanum est, perseverare….”.
E’ la massima latina applicabile al pm storico dell’inchiesta sul mostro di Firenze Paolo Canessa, che dopo la lettura della sentenza che ha assolto l'ex farmacista Francesco Calamandrei, accusato di essere mandante degli ultimi quattro duplici delitti del mostro, ha così incassato l’ennesima smentita alle sue ardite tesi. (CONTINUA...)
L’assoluzione di Francesco Calamandrei, il farmacista di San Casciano Val di Pesa, infligge un duro colpo anche all’altra inchiesta stramba, quella condotta dal pm di Perugia Giuliano Mignini sull'omicidio di Francesco Narducci (presunto sodale del farmacista nei duplici omicidi fiorentini), trovato morto nelle acque del Lago Trasimeno nel 1985. (CONTINUA...)
Spiraglio di luce o ennesimo svarione investigativo?
Si torna a parlare dell’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, la donna strangolata e colpita alla testa con uno zoccolo nella sua villa dell'Olgiata il 10 luglio 1991.
A quasi 17 anni da quello che rimane uno dei più tanti delitti insoluti della capitale, è stato isolato e prelevato un dna maschile da uno degli oggetti repertati nella stanza da letto in cui avvenne l'omicidio. Il codice genetico - che finalmente potrebbe segnare un punto di svolta nell'inchiesta riavviata dalla procura di Roma nel gennaio dello scorso anno - è stato estrapolato dal muco trovato su un fazzoletto di carta. Il dna è stato già comparato con quello dei due indagati “storici” per il delitto dell’Olgiata, il filippino Manuel Winston, all'epoca alle dipendenze dei coniugi Mattei, e Roberto Iacono, figlio della governante dei figli della contessa, ma è risultato diverso. (CONTINUA...)
Grazie ad un'impronta digitale è stato individuato, dopo 33 anni, uno dei presunti autori materiali del sequestro di Cristina Mazzotti, la giovane rapita la sera del 26 giugno 1975 mentre tornava a casa e poi uccisa. Si tratta di Demetrio Latella, ex esponente della banda di Angelo Epaminonda, che attualmente era in regime di semilibertà dopo essere stato condannato all'ergastolo per altri reati.
A Latella si è giunti grazie all’inchiesta del pm di Torino Onelio Dodero, uno dei magistrati più attivi nelle indagini sulla criminalità organizzata. L'inchiesta avrebbe anche individuato altri tre componenti del commando responsabile del sequestro. (CONTINUA...)
Ce n’è voluta, ma alla fine la magistratura bolognese non ha potuto evitare una trasferta in Germania per approfondire una pista alternativa a quella ostinatamente seguita per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che provocò 85 morti e 200 feriti.
All’inizio di giugno, dopo anni di inerzia della procura bolognese, il pm Paolo Giovagnoli si è recato a Berlino per interrogare Thomas Kram con un risultato decisamente significativo dal momento che il terrorista tedesco si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come hanno fatto altri tre personaggi in passato appartenenti alle Cellule Rivoluzionarie. Anche se non è stato raggiunto alcun risultato processuale, il semplice fatto che i quattro non abbiamo offerto alcun chiarimento la dice lunga sul loro possibile coinvolgimento nella strage. Non va dimenticato, infatti, che Kram, legato al terrorista internazionale Ilich Ramirez Sanchez, detto “Carlos”, la notte precedente la strage si trovava a Bologna. (CONTINUA...)
Nuovo processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia che il 28 maggio 1974 provocò otto morti e 108 feriti.
Il Gup Lorenzo Benini, al termine dell'udienza preliminare ha rinviato a giudizio sei imputati accusati di concorso nella strage. Il 25 novembre prossimo la corte d'Assise sarà chiamata a pronunciarsi sull'innocenza o colpevolezza di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti, il generale dei carabinieri in pensione Francesco Delfino e Giovanni Maifredi.
Fino ad oggi le tre inchieste aperte non hanno consentito di individuare alcun colpevole.
Complessivamente sono state emesse, nei tre gradi di giudizio, 10 sentenze e un'ordinanza-sentenza.
La quarta inchiesta sulla strage ha preso il via da una serie di dichiarazioni che nel 1993 rilasciò Donatella Di Rosa. Da allora le indagini portarono all'iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Brescia di una ventina di persone. (CONTINUA...)