Li hanno chiamati “anni di piombo”. Piombo come violenza armata, come peso insostenibile sulla vita delle persone, sulla storia di un Paese, sui sogni di una generazione. La lunga notte della Repubblica, il periodo che ha inizio dalla fine degli anni Sessanta, in realtà non è ancora finita: attende di essere illuminata nelle sue parti più buie e ha lasciato in eredità un passato spaccato in due, che impedisce di ritrovare quella memoria, se non condivisa, almeno aperta che in pochi cercano davvero.
Il libro, frutto del ventennale lavoro di due giornalisti provenienti da esperienze politiche opposte, ha l'ambizione e il coraggio di affrontare questa storia in modo completo e oltre ogni logica di appartenenza. Dalla nascita del Movimento studentesco all'avvento del partito armato, dal caso Moro alla fine delle Br, dallo stragismo ai giochi sporchi dei corpi dello Stato, fino al punto in cui l'onda lunga si frange: il G8 di Genova, il nuovo terrorismo, l'Italia di oggi ancora avvelenata dalle divisioni ideologiche.

Anni di piombo è un'inchiesta colma di nuove importanti rivelazioni e, insieme, un racconto di straordinaria forza narrativa: il libro che non può mancare nella biblioteca della memoria della nostra Repubblica.

Adalberto Baldoni, Sandro Provvisionato

ANNI DI PIOMBO. Sinistra e destra: estremismi, lotta armata e menzogne di Stato dal Sessantotto ad oggi

Sperling & Lupfer, 753 pagine, 23 euro

La storia dell’Italia del dopoguerra è una storia di verità inquinate. Non c’è avvenimento eclatante, specie negli anni di piombo, che non veda la presenza ossessiva degli scherani del principe di turno: gli uomini dei servizi segreti.
Per anni abbiamo parlato, sbagliando, di servizi segreti deviati. Oggi possiamo parlare con certezza delle deviazioni dei servizi segreti. Tutti deviati, in blocco.
Questo libro, scritto con passione e tenacia da una giornalista di razza come Stefania Limiti, ci racconta dell’esistenza di un servizio segreto dentro il sevizio segreto militare. Un vero nome non ce l’ha. C’è chi lo chiamava “noto servizio”. Ma nella stretta cerchia dei suoi adepti era noto anche come l’Anello.
E’ una storia tutta italiana, quella di una struttura occulta, protetta dalla Cia, che aveva come compito essenziale quello di ostacolare le sinistre e di condizionare il sistema politico italiano con mezzi illegali, senza però mai doverlo sovvertire. Una storia durata quasi 40 anni: dalla fine della guerra fino agli inizi degli anni Ottanta.
Il libro rivela il coinvolgimento di questa struttura in tre episodi fondamentali: la fuga del nazista Kappler dal Celio, frutto di un accordo tra governo italiano e tedesco; la trattativa del Vaticano con le Brigate rosse per la liberazione di Aldo Moro; l'accordo con la camorra per la liberazione dell'assessore democristiano Ciro Cirillo.

Stefania Limiti

L’ANELLO DELLA REPUBBLICA. La scoperta di un nuovo servizio segreto. Dal fascismo alle Brigate rosse

Prefazione di Giuseppe De Lutiis

Chiarelettere, 337 pagine, 16 euro

Finalmente una voce di dentro. Finalmente un libro sugli orrori polizieschi di Genova 2001 scritto da una funzionaria di polizia. Un libro davvero coraggioso e intellettualmente onesto che ci fa riascoltare da vicino le voci di chi, in quella ancora vicinissima notte del 21 luglio 2001, si trovava dentro la scuola Diaz, la scuola del massacro.
In questo libro, che si basa sulle udienze del vergognoso processo-farsa intentato ad un nugolo di poliziotti scatenati come belve assettate di sangue - usciti praticamente impuniti e promossi da ogni traversia giudiziaria - parlano le vittime e i carnefici. Voci che raccontano storie diverse e discordanti. Alcune venate di spontaneità, altre di codarda mistificazione dei fatti. Sono voci, queste ultime, che cercano di spacciare l’esplosione di una “macelleria messicana” per una semplice “colluttazione unilaterale”. 

Simona Mammano

ASSALTO ALLA DIAZ. L’irruzione del 2001 ricostruita attraverso le voci del processo di Genova

Prefazione di Carlo Bonini

Stampa alternativa, 196 pagine, 14 euro

Un libro straordinario quanto inatteso che toglie finalmente del tutto la maschera alle finanze vaticane e alla loro spregiudicata gestione. Credevamo infatti di sapere tutto o quasi del marciume che si nascondeva dentro le sacre mura ai tempi di monsignor Marcinkus buonanima e dei suoi affari sporchi con gli uomini della P2: da Michele Sindona a Roberto Calvi. Oggi, grazie a questo Vaticano Spa, sappiamo anche che le porcherie vaticane sono continuate anche dopo gli anni Ottanta, grazie all’attività a dir poco leggiadra di monsignor Donato de Bonis, una porpora legatissima al solito e immarcescibile Giulio Andreotti.
E così il bravissimo Gianluigi Nuzzi ci racconta di come la Vatican connection sia proseguita durante gli anni di Tangentopoli (la maxi tangente Enimont) e fino ai giorni nostri. E di come gli affari della mafia siano strettamente legati a quelli benedetti dei servitori di Dio.
Da non dimenticare mai che lo Ior, l’Istituto per opere religiose che è al centro di questo libro, non è, come molti credono, la banca del Vaticano, ma proprio la banca del papa. E che, contrariamente a Giovanni Paolo II, l’unico pontefice che voleva fare piazza pulita dei mercanti nel tempio era papa Luciani. Non a caso morto prematuramente. Troppo.
Un libro da non perdere.  

Gianluigi Nuzzi

VATICANO S.P.A. Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa.

Chiarelettere, 280 pagine, 15 euro

Che cos’è l’errore giudiziario? E’ davvero da considerarsi un fatto fisiologico legato alla fallibilità dei giudici e dei magistrati? Oppure nel verificarsi del più tragico degli errori perché commesso da chi dovrebbe cercare di fare giustizia esistono anomalie ovviabili?
Sono questa le domande a cui risponde Ferdinando Imposimato, uno dei migliori magistrati e giudici che l’Italia abbia mai avuto. In questo suo L’errore giudiziario, Imposimato affronta innumerevoli casi famosi di giustizia sbagliata. Si va dai casi classici per antonomasia (il processo a Socrate, quello a Gesù) per finire a vicende molto più vicine a noi (Il caso Sofri, il caso Marta Russo). Ma la parte più avvincente del libro, che richiede comunque un minimo di preparazione giuridica, arriva quando Imposimato comincia a smontare, pezzo per pezzo, l’atteggiamento del magistrato, il ruolo delle parti, la conduzione delle indagini, la valutazione delle prove e degli indizi.
L’Italia è un Paese ad alto tasso di errore giudiziario. La colpa è della scarsa preparazione dei magistrati? Dei loro personalismi? Dei loro protagonismi?
Un libro fondamentale per capire da dove nasce l’errore giudiziario e come sia possibile evitarlo.

Ferdinando Imposimato

L’ERRORE GIUDIZIARIO. Aspetti giuridici e casi pratici.

Prefazione di Giovanni Pallanti

Giuffré editore, 441 pagine, 42 euro

Metti una sera a cena, o un giorno a pranzo. In fondo è lo stesso. Quello che conta sono i commensali e questa volta attorno ad un tavolo di osteria si ritrovano, dopo 40 anni, alcuni ragazzi degli anni Sessanta, cinque per l’esattezza. Tre sono ormai ex militanti delle Brigate rosse, due, pur avendo nutrito ideali rivoluzionari, oggi sono uno sindacalista e l’altro esponente del Pd. Che cosa si dicono non ve lo sveliamo, sarebbe una cattiveria. Vi basti solo sapere che questo è un film che ha creato scandalo e che ha fatto insorgere non solo un’anima bella come il ministro Sandro Bondi, ma soprattutto i familiari delle vittime del terrorismo, specie quelli che non hanno alcuna voglia di capire il perché di quanto è accaduto ai loro cari.
Il Dvd è accompagnato da un libretto in cui gli autori di questo bel lavoro di documentazione raccontano le traversie del film e gli ostacoli frapposti specialmente dagli ex comunisti, quelli che non vogliono ammettere ciò che è sotto gli occhi di tutti: piaccia o non piaccia le Brigate rosse fanno parte dell’album di famiglia della sinistra italiana.

Giovanni Fasanella, Gianfranco Pannone

IL SOL DELL’AVENNIRE. Il film rivelazione sulla nascita delle Brigate rosse

Chiarelettere, Dvd libro di accompagnamento (127 pagine), 19,60 euro

Un’ottica diversa, uno sguardo certamente parziale ma altrettanto autentico per conoscere più da vicino la terribile vicenda del presidente della Dc Aldo Moro, sequestrato e assassinato dalle Br nel 1978. Il caso Moro attraverso le pagine di Lotta continua, il quotidiano sopravvissuto all’omonimo gruppo della nuova sinistra degli anni Settanta. Scritto da un giovane studioso, Marco Monetta, questo libro ben scritto, agile e veloce, ci riporta in pieno nel clima di quei 55 giorni all’interno di un osservatorio assai particolare: un gruppo di giornalisti militanti rivoluzionari alle prese con una tragedia tutta italiana nella quale “compagni che sbagliano”, ma pur sempre “compagni” gestiscono una delle imprese terroristiche più lunghe e complesse della storia nazionale.
Un esempio di giornalismo di controiformazione, non soggetto alle manovre di quel potere che voleva comunque che Moro morisse. Una forma di giornalismo che fu capace di trasformare il suo impegno in una battaglia per la salvezza di un uomo contro il “partito della fermezza” guidato da Francesco Cossiga che era in realtà solo il “partito dell’immobilismo”. 

Marco Monetta

“CONCLUDIAMO... ESEGUENDO”. I 55 giorni del sequestro Moro raccontati da “Lotta continua”

Prospettiva editrice, 120 pagine, 12 euro

Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, giornalisti siciliani, molto legati nello scrivere ai temi della mafia, ci regalano questa volta un libro davvero unico e appassionante. Questo Profondo nero, libro dalle suggestioni forti, che seguendo un sottilissimo filo riesce a mettere uno accanto all’altro, come pezzi di un domino, tre avvenimenti all’apparenza tanto distanti tra loro. Soprattutto i primi due dal terzo: l’eliminazione di Enrico Mattei e la sparizione del giornalista Mauro De Mauro con il delitto di Pier Paolo Pasolini.
Il sottile filo è un lavoro che quest’ultimo non è riuscito a terminare. Il titolo dell’opera è Petrolio. Una denuncia forte di Pasolini contro la destra economica ed i poteri occulti stragisti dietro i quali si staglia onnipotente la figura di un manager di stato come Eugenio Cefis, probabilmente il vero capo della P2. De Mauro e Pasolini - questa la tesi del libro - ciascuno per proprio conto, a distanza di breve tempo l’uno dall’altro, negli anni Settanta, erano giunti a toccare con mano la verità sul volto oscuro del potere in Italia, con nomi e cognomi. Un potere che per potersi esprimere pienamente aveva dovuto togliere dalla scena una figura colossale come quella di Mattei. De Mauro e Pasolini furono entrambi ammazzati.
Le carte dell'inchiesta del pm Vincenzo Calia, gli atti del processo De Mauro in corso a Palermo, nuove testimonianze (tra cui l'intervista inedita a Pino Pelosi, l’allora ragazzo condannato per l’omicidio Pasolini, che per la prima volta fa i nomi dei suoi complici) e un'approfondita ricerca documentale hanno permesso agli autori di mettere insieme i tasselli di questo puzzle occulto che attraversa la storia italiana fino alla Seconda Repubblica.

Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza

PROFONDO NERO. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un’unica pista all’origine delle stragi di Stato

Chiarelettere, 295 pagine, 14,60 euro

Una lunga cavalcata nella storia delle elezioni in Italia dall’unità d’Italia ad oggi. Dal 1861, in cui votava solo il due per cento dei cittadini, alle ultime elezioni politiche del 2008, attraverso i plebisciti durante il fascismo e la rinascita dei partiti storici nel secondo dopoguerra.
Le tabelle dei risultati elettorali sono 40 fotografie della storia d'Italia. Il fascio littorio, la falce e il martello, lo scudo crociato evocano i grandi personaggi politici, i conflitti di idee e gli scontri sociali che hanno formato l'identità del nostro paese.
Le cartine tematiche dell'Italia visualizzano la distribuzione dei voti dei grandi partiti politici e le percentuali dei votanti nelle diverse regioni.
Il CD-ROM contiene un database con i risultati di tutte le elezioni fino al dettaglio del singolo comune.
Un prezioso strumento di consultazione e di lavoro.

Piergiorgio Corbetta, Maria Seremna Piretti

ATLANTE STORICO-ELETTORALE D’ITALIA con Cd-rom

Zanichelli, 209 pagine, 52,80 euro

Se non volessimo bene a Luigi Manconi, ex dirigente di Lotta continua, poi portavoce dei Verdi, senatore, sottosegretario di stato, oggi dirigente del Pd, dopo aver letto questo suo libro ci verrebbe da compatire la tenacia, la caparbietà e l’ammirevole costanza con cui si dedica a cavar sangue dalle rape.
Questo suo appassionato Un’anima per il Pd, non se ne abbia a male Luigi, non ci convince perché sa troppo di esorcismo. Come non ci hanno mai convinto i partiti contenitori, quelli dove tutti devono stare assieme a tutti anche senza collante o idee comuni. Cosa ci sia di appassionante, anche in prospettiva, nel piattume di un partito anonimo perfino nel nome, completamente sganciato dai problemi reali del Paese, totalmente lanciato alla conquista di un fantomatico centro, così simile in quasi tutto ai suoi antagonisti, non riusciamo proprio a vederlo. Ma tant’é. Luigi crede che si possano rianimare i cadaveri. E siccome sappiamo che lui non è un’apprendista stregone ci fidiamo. Mettiamo il suo libro ben in vista in libreria, salvo riprenderlo appena l’encefalogramma del suo Pd darà qualche segno di sé.

Luigi Manconi

UN’ANIMA PER IL PD. La sinistra e le passioni tristi.

Nutrimenti, 152 pagine, 12 euro

Forse Mario La Ferla, ottimo inchiestista, già autore di Compagna Marilyn, non lo sapeva, ma non è affatto un mistero che Ernesto Che Guevara, il guerrigliero amato dalle sinistre, sia stato e ancora sia anche un mito della destra. E non c’è di che stupirsene.
Infatti fin dal 1987 Adalberto Baldoni, in un saggio sulla destra estrema, così scriveva: “Un numero speciale de La Sfida (maggio 1968) era stato dedicato alla contestazione. Più degli altri, un articolo scatenò le ire dell'allora segretario missino Michelini. Era intitolato: «II fascista Che Guevara». Si trattava di una provocazione culturale, tesa a far polemica nello stesso ambiente del Movimento studentesco. Secondo La Sfida, il Che concepì la vita in modo spiritualistico e non materialistico, né utilitaristico. Se avesse operato una scelta diversa, sarebbe rimasto a Cuba accanto a Fidel Castro. Ma preferì la lotta fino all'estremo sacrificio. Non è il colore della camicia, né la tessera in tasca a ideologizzare un individuo - questa la tesi contenuta nello scritto - ma il suo comportamento”.

Ora cosa ci sia di oscuro in questo amore fascista per un mito rivoluzionario La Ferla dovrebbe spiegarcelo. Il problema è: dopo Marilyn Monroe comunista e Che Guevara fascista cosa dobbiamo aspettarci?

Mario La Ferla

L’ALTRO CHE. Ernesto Guevara mito e simbolo della destra militante

Stampa alternativa, 213 pagine, 14 euro

Dalla aletta di copertina:
“Italia, anni settanta. Il decennio più buio e violento della storia repubblicana raccontato in questo romanzo attraverso le voci di uno stragista, di un ladro, di un magistrato e di un attore di successo.
Andrea Sterling, il fiore all'occhiello dei Servizi deviati, ha un piano. Ettore Brivido, l'enfant prodige della mala milanese, è pronto a fare il salto di qualità. Domenico Incatenato, giovane giudice del Sud, sgobba per fare carriera tra Roma e Milano. Nando Gatti è l'astro nascente del poliziottesco all'italiana e prende sul serio il proprio lavoro. Le loro vite s'intrecciano mentre il Paese va a fuoco: nelle piazze e nelle fabbriche ribolle la rivolta, le Brigate Rosse sfidano il potere costituito e la strategia della tensione continua a mietere vittime civili.
Una furibonda cavalcata attraverso gli anni di piombo. La radiografia impietosa di un decennio di sangue e sogni infranti: un viaggio senza ritorno nel cuore nero dello Stivale. Il lato oscuro e corrotto dell'Italia: terra di nessuno senza più miti né eroi”.
Ci dispiace per il pur bravo autore, Simone Sarasso che ci aveva regalato qualche anno fa un godibile Confine di Stato, ma il contenuto del libro ricalca proprio questa presentazione e gli stereotipi un po’ stantii ci sono tutti. Peccato che gli anni Settanta, per chi li ha vissuti, fossero del tutto diversi. E soprattutto meno idioti.

Simone Sarasso

SETTANTA

Marsilio, 693 pagine, 21,50 euro

Gomorra vista con gli occhi di un giornalista inglese che ha vissuto a lungo a Napoli. E’ questo il libro scritto da Tom Beham che riassume tutta la vicenda criminale della camorra dalle origini ai giorni nostri.
Come spesso accade agli osservatori stranieri Beham riesce a cogliere aspetti e particolari che normalmente sfuggono all’occhio italiano e ci racconta una Napoli diversa, non esitando ad affondare la sua buona penna nella fitta trama di relazioni pericolose che esistono tra la criminalità organizzata campana, la politica e la società civile. Un libro ma allo stesso tempo un avvincente reportage vecchio stile.

Tom Beham

IL LIBRO CHE LA CAMORRA NON TI FAREBBE MAI LEGGERE

Newton Compton editori, 285 pagine, 12,90 euro

L'omicidio dei due giornalisti della televisione italiana, avvenuto quindici anni fa in Somalia, è ancora oggi uno dei grandi misteri nazionali. Nel paese africano, in quegli anni, agli interessi locali si mescolano quelli della politica e del business internazionali. La guerra tra fazioni, che i militari dell'Onu (tra cui gli italiani) a stento controllano, richiede denaro e armi. La cooperazione internazionale, di cui le aziende italiane sono parte importante, diventa terreno propizio ai traffici illeciti, come quello dei rifiuti tossici esportati dall'Italia e sepolti in Africa. Ma le circostanze della tragedia sono solo l'inizio di un lungo percorso nel quale gli sforzi per svelare i nomi dei mandanti e degli esecutori dell'omicidio delineano a poco a poco un intreccio di politica, economia, istituzioni, poteri pubblici e privati che cercano di nascondere le vere ragioni del delitto. Le parole dei testimoni, gli atti di magistratura e parlamento, le ammissioni e le omissioni, le mezze verità e le bugie palesi: un'inchiesta a più voci che è il testardo tentativo di continuare a cercare la verità dei fatti, per ricordare Ilaria Alpi applicando al lavoro del giornalista l'etica che la distingueva.

Roberto Scardova (a cura di)

CARTE FALSE. L’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Quindici anni senza verità

Introduzione di Gianni Minà

Edizioni Ambiente, 187 pagine, 14 euro

Della guerra in Iraq conosciamo tutto: tranne gli iracheni. Gli iracheni che pensano, che lavorano, che vivono. Baghdad si divide tra la “zona rossa”, quella insicura, quella vera dove la previsione di vita di un occidentale senza scorta è di 12 minuti, e la “zona verde”, il bunker in cui si proteggono il governo iracheno, gli americani e i loro giornalisti embedded, che dovrebbero raccontare la città.
Al suo quarto viaggio in Iraq, Anne Nivat, giornalista francese, fa parlare la prima, la città maledetta. Indossando un'austera abaya nera, si è fatta irachena e ha vissuto la vita di tutti: le giornate infinite dentro casa, in attesa che i tank abbandonino il quartiere; i cinquanta gradi soffocanti, senza elettricità per alimentare i condizionatori. I richiami dei muezzin, le grida dei venditori ambulanti, le risate dei bambini. I giganteschi ingorghi di auto che intasano la metropoli, le pubblicità sui palazzi, la polvere e i rifiuti per le strade. I silenzi, la paura, la rassegnazione, il coraggio, la modernità, la voglia di vivere delle donne. Ha incontrato dottori, artisti, rifugiati. È entrata nelle case sunnite e nelle case sciite, è scesa a patti con l'esercito del Mahdi, per poter fare il suo mestiere. E si è spinta al Nord, per sentire la voce dei turcomanni, nella sottovalutata ma esplosiva Kirkuk.
Un lungo reportage che merita di essere letto.

Anne Nivat

BAGHDAD ZONA ROSSA

Ponte alle Grazie, 204 pagine, 16 euro

Non è un resoconto giudiziario, quello narrato in questo libro, ma la cronaca appassionata del processo agli Skorpion, gruppo paramilitare che si è macchiato di crimini di guerra nel conflitto balcanico. A questa formazione viene contestato l’ odioso eccidio avvenuto nel luglio 1995 nella città di Srebrenica, in una delle zone che avrebbe dovuto essere protetta dalle Nazioni Unite, messa invece a ferro e fuoco dalle milizie serbo-bosniache.
Le udienze, le deposizioni, le reazioni dei familiari delle vittime, i commenti di corridoio sono raccolti con scrupolo dall'autrice che presenta un ritratto feroce e umano di un mondo diviso da contese etniche ma soprattutto dalla brutalità della guerra.

Jasmina Tesanovic

PROCESSO AGLI SCOPRIONI. Balcani e crimini di guerra. Paramilitari alla sbarra per il massacro di Srebrenica

Newton Compton editori, 285 pagine, 12,90 euro